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Pedofilia, scoperta villetta degli orrori nel nord della Germania

I filmati delle violenze realizzati dai pedofili di Münster avrebbero, a detta degli inquirenti tedeschi, una durata complessiva di “250mila ore”

Pedofilia, scoperta villetta degli orrori nel nord della Germania

In Germania è stata di recente scoperta una “villetta degli orrori”, dove una banda di pedofili avrebbe abusato per anni di loro giovani parenti. Gli aguzzini avrebbero anche filmato con delle telecamere le sevizie inflitte ai ragazzini. Per il momento, la polizia tedesca ha arrestato 11 persone e individuato tre presunte vittime, rispettivamente di 5, 10 e 12 anni di età, dei predatori sessuali. Teatro dei crimini di questi ultimi è stata una casa con giardino situata nel nord del Paese, nei pressi della città di Münster, nel Land della Renania Settentrionale-Vestfalia.

Gli inquirenti, precisa il Daily Mail, stanno attualmente esaminando le registrazioni degli abusi effettuate all’interno di tale alloggio, disseminato di telecamere che dovevano immortalare gli adulti accanirsi sui minorenni irretiti. I filmati rinvenuti, denuncia il quotidiano britannico, avrebbero una durata complessiva di “250mila ore” e ciò induce a credere che quanto scoperto finora dalle autorità circa gli autori delle violenze e i minori abusati sia soltanto la punta dell’iceberg. Ad oggi, gli investigatori, analizzando il materiale video, hanno ricostruito 15 episodi di abusi, consumatisi dal novembre del 2018 fino a maggio di quest’anno.

Tra i presunti 11 pedofili arrestati di recente, un ruolo centrale nella rete criminale sarebbe stato ricoperto dal ventisettenne Adrian V., esperto di tecnologie informatiche con alle spalle due condanne per possesso di materiale pedopornografico. Sarebbe stato proprio lui a immagazzinare in dei server le migliaia di ore dei filmati incriminati e a diffonderli poi sul Darkweb.

Ad affiancare Adrian nella conduzione dell’attività predatoria, riferisce la testata londinese attenendosi ai media tedeschi e ai rapporti della polizia di Münster, era sua madre Carina, quarantacinquenne maestra di asilo nonché proprietaria della casa con giardino in cui sarebbero stati perpetrati gli abusi.

Il terzo e ultimo membro della banda di 11 pedofili a essere identificato, per il momento, è il 42enne Enrico L., proprietario di un alloggio situato vicino alla villetta degli orrori.

I nomi degli altri soggetti fermati, fa sapere il Daily Mail, non sono stati ancora resi noti dalle autorità locali.

I tre ragazzini indicati ad oggi come presunte vittime della gang sarebbero appunto familiari di alcuni degli indagati. In particolare, il bambino di dieci anni sarebbe un parente di Adrian V. e sarebbe stato violentato da quest’ultimo in persona.

Il ventisettenne esperto informatico, caricando sul Darkweb i video pedopornografici girati nella casa di Münster, puntava, accusa il giornale britannico, a tenere in piedi una rete di predatori sessuali estesa oltre i confini della Renania Settentrionale-Vestfalia. Egli mirava infatti a contattare maniaci residenti in ogni parte della Germania e d’Europa per convincerli a recarsi nella villetta incriminata a prendere parte alle sevizie ai danni dei bambini lì rinchiusi.

Joachim Poll, investigatore capo della polizia locale citato dalla testata d’Oltremanica, ha descritto la gravità della vicenda consumatasi a Münster affermando che ciò che è stato inflitto da quella banda criminale alle loro giovani vittime non può affatto essere classificato con il termine “abusi”, bensì con quello “torture”.

La polizia tedesca ha in seguito rivelato di essere riuscita a scoprire e a smantellare la rete illegale di Adrian V. e dei suoi complici monitorando l’attività informatica del ventisettenne pregiudicato.

Gli orrori accertati ultimamente non sono i primi a venire scoperti nella Renania Settentrionale-Vestfalia. Tale Land, il più popoloso della Germania, è stato già scosso, ricorda il giornale londinese, nel gennaio del 2019, quando fu individuato un campeggio in cui almeno 23 minorenni sarebbero stati violentati da due uomini per più di un migliaio di volte nel corso di ben 10 anni.

I due presunti pedofili avevano quindi diffuso allora sul Darkweb i filmati delle sevizie.

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