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Perché la Russia è interessata ai cavi ancorati sul fondo degli oceani?

La Russia sarebbe interessata ai cavi in fibra ottica ancorati sul fondo dell’Atlantico che mettono in connessione il Nord America e l'Europa

Perché la Russia è interessata ai cavi ancorati sul fondo degli oceani?

“La vulnerabilità dei cavi sottomarini può mettere a rischio la nostra economia ed il modo di vivere. I sottomarini della Russia hanno intensificato la loro attività intorno ai cavi dati nel Nord Atlantico”. E’ quanto ha dichiarato in alcune recenti interviste il Segretario Generale della Nato Jens Stoltenberg. Secondo quest’ultimo siamo dinanzi “ad un atteggiamento navale aggressivo che ha spinto la Nato a riaprire un comando dell'era della Guerra Fredda”.

Durante la guerra fredda, gli aerei da pattugliamento marittimo erano sempre in volo nel GIUK gap, braccio di mare tra la Groenlandia, l’Islanda ed il Regno Unito per la rilevazione acustica dei sottomarini sovietici. Le flotte MPA (Maritime Patrol Aircraft) furono dismesse dopo la fine della guerra fredda. La base di Olavsvern è al centro della nuova architettura di difesa per fronteggiare la strategia di negazione del mare di Mosca ed il suo nuovo approccio stratificato nel Nord Atlantico. Durante la guerra fredda, le unità norvegesi e della NATO utilizzavano Olavsvern, nei pressi di Tromsø, come base di approvvigionamento per i pattugliamenti nel Mare di Barents e per monitorare il traffico sottomarino proveniente dalla costa della penisola di Kola, ad ovest di Murmansk.

Secondo la Nato, Mosca sarebbe particolarmente interessata ai cavi in fibra ottica ancorati sul fondo dell’Atlantico che mettono in connessione il Nord America e l'Europa.

“Il Cremlino potrebbe riuscire ad interrompere o a sfruttare tali linee dati vitali, è evidente l’interesse della Russia per le infrastrutture sottomarine della Nato. La spina dorsale della moderna economia globale è in pericolo. Se intercettati potrebbero dare alla Russia un'immagine preziosa del traffico internet mondiale. I sottomarini russi si spingono sempre più vicini alle nostre coste”.

Secondo l'Air Chief Marshal Stuart Peach, al vertice delle Forze armate britanniche, "perdere il traffico internet avrebbe conseguenze catastrofiche sulla nostra economia e sul modo di vivere”. Lo scorso aprile la Russia ha confermato per la prima volta di aver raggiunto il medesimo livello operativo della guerra fredda. E’ stato il comandante della Marina russa, l'ammiraglio Vladimir Korolyov, a confermare i dati a margine della cerimonia per la conclusione dei lavori sul sottomarino d’attacco classe Yasen-M, il K-561 Kazan.

“Nel 2016, i nostri equipaggi hanno raggiunto complessivamente i tremila giorni di pattugliamento, per un livello operativo medio corrispondente alla flotta sovietica”.

L'attenzione ai cavi sottomarini non è nuova. Nell'ottobre del 1971, il sottomarino americano USS Halibut trovò nel Mare di Okhotsk, a nord del Giappone, un cavo delle telecomunicazioni non criptato utilizzato dalle forze nucleari sovietiche per collegare la base sottomarina di Petropavlovsk con il Cremlino. La missione, chiamata in codice Ivy Bells, è ancora oggi classificata. Per un decennio l’US Navy riuscì ad intercettare tutte le preziose informazioni tra la base sovietica e la terraferma: l'Halibut si recava nel Mare di Okhotsk un paio di volte l’anno per sostituire periodicamente i dispositivi di ascolto. L'eredita dell'USS Halibut è stata oggi raccolta dal Submarine Development Squadron Five formato dai sottomarini a propulsione nucleare classe Seawolf, come l'USS Jimmy Carter (SSN-23). Le missioni dei Seawolf (tre unità) sono classificate. Sono anche i sottomarini d'attacco più costosi mai costruiti (3 miliardi di dollari ad unità).

Guerra ibrida: interrompere il traffico internet

Attualmente non esiste un'alternativa reale all'utilizzo dei cavi sottomarini perché la tecnologia satellitare non è in grado di gestire efficacemente i requisiti della comunicazione e moderna economia digitale

La nostra società, economia e modo di vivere si basa sull’accesso ad internet. Provate ad immaginare un giorno senza l’accesso alla rete (diretto ed indiretto). Il mondo si basa su internet (quasi) per tutto, tuttavia l’opinione pubblica ignora che la stragrande maggioranza del traffico dati viaggia sott’acqua. Contrariamente a quanto si crede, i satelliti trasmettono solo una frazione dell’immenso traffico dati che viaggia nei cavi in fibra ottica ancorati nelle profondità oceaniche. I cavi trasportano il 95% circa di tutte le comunicazioni quotidiane. Recidere un cavo di comunicazione significa oscurare un paese, interrompendo il commercio elettronico globale ed il flusso di capitali. Quegli stessi corridoi sommersi utilizzati fin dal 1858 per la collocazione del primo cavo telegrafico transatlantico, ospitano oggi quasi tutte le comunicazioni Internet per valore di trilioni di dollari al giorno. La vulnerabilità dei cavi sottomarini è nota. I cavi in ​​fibra ottica sono fragili, quelli vicino alla riva sono spesso danneggiati accidentalmente dalle navi o per cause naturali. Tuttavia un danno prossimo alla riva è diverso da un intervento nelle profondità dell’Atlantico. Potenzialmente, qualsiasi paese equipaggiato con una nave in grado di recidere i cavi in profondità potrebbe causare danni catastrofici nel silenzio più assoluto. L’obiettivo di una potenza X è quello di tentare di mappare la griglia militare sommersa di un paese Y e scoprire i punti in cui è più vulnerabile a profondità maggiori (in questo modo se ne rallenta la riparazione). La guerra ibrida è progettate per paralizzare il ciclo decisionale dell'avversario. La griglia russa clandestina è sopravvissuta al collasso dell'URSS, ricevendo finanziamenti anche durante gli anni '90.

Russia: piattaforma per il progetto 10830 Losharik

Il sottomarino a propulsione nucleare Losharik, è stato progettato per operazioni speciali, ricerca scientifica e salvataggio a grandi profondità. Il Losharik è uno dei progetti più segreti della Russia. Del Losharik, eroe di un famoso film d'animazione sovietico, non si sa nulla se non che è in grado di raggiungere i seimila metri di profondità e che è propulso da un reattore nucleare di nuova concezione. Dovrebbe essere lungo circa 60 metri con equipaggio che non dovrebbe superare le 25 unità. Il progetto 10830 sfrutta i principi della batisfera: una forma necessaria per resistere all’enorme pressione dell’acqua a quelle profondità. L’involucro esterno rappresenta la vera e propria corazza contro la pressione. Lo scafo interno, invece, è separato dalla batisfera da un materiale altamente compresso. Il Losharik potrebbe navigare indisturbato in qualsiasi parte del globo nella totale impunità. Gli svantaggi sono legati ai ristretti spazi per l’equipaggio ed alla scarsa velocità di crociera. E’ certamente il primo battello a propulsione nucleare in grado di raggiungere tali profondità: l’NR1 americano poteva raggiungere i tremila metri. La sua unica missione nota si è svolta con la Flotta del Nord ad una profondità di tremila metri, sul crinale Mendeleyev, nell'Artico.

Sarebbe opportuno rilevare un dato. Se è vero, da un lato, che l’attività sottomarina russa è ripresa, dall’altro è da considerarsi soltanto una minuscola proporzione di ciò che rappresentava un tempo la potente forza sottomarina sovietica. Oggi la Russia di Putin ha in servizio attivo circa 60 sottomarini. L’Unione Sovietica nel 1957 aveva in servizio attivo circa 450 unità. Dal 1945 al 1991, l’Unione Sovietica ha prodotto 727 sottomarini: 492 a propulsione diesel-elettrica e 235 a propulsione nucleare.

I tassi di costruzione erano mediamente di quasi 16 sottomarini all’anno per i sovietici e di 4,6 per gli Stati Uniti.

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