Pericolo uranio per i jihadisti made in Brazil

Arrestate decine di faccendieri e commercianti che vendevano in modo illegale pietre preziose (soprattutto diamanti) e minerali, uranio compreso

Pericolo uranio per i jihadisti made in Brazil

Operazione Soldner, che in tedesco significa mercenario, ovvero chiunque per denaro è disposto a lasciar da parte qualsiasi giudizio etico-morale. Anche a vendere uranio a gruppi del jihad. Non è lasciato al caso il nome del blitz con cui ieri 200 agenti della polizia federale brasiliana insieme all’Interpol hanno arrestato decine di faccendieri e commercianti che vendevano in modo illegale pietre preziose (soprattutto diamanti) e minerali, uranio compreso per l’appunto. Il timore è che l’uranio, di cui il Brasile è molto ricco, possa essere usato dal terrorismo internazionale per la produzione di “bombe sporche” e, per questo, l’operazione iniziata nel 2013 è destinata a continuare ancora a lungo.

Di certo c’è che diamanti ed minerali potenzialmente pericolosissimi arrivavano a Dubai, negli Emirati Arabi Uniti - dopo essere passati per Portogallo, Belgio ed Israele - prima di finire nelle mani di un gruppo estremista su cui il contrabbando era convogliato ed il cui nome, sinora, non è stato rivelato. Per la cronaca: secondo la polizia federale, una parte del denaro frutto di questo contrabbando sarebbe stato “lavato” da istituti finanziari e banche del Venezuela.

Il Brasile, ripetiamo, è molto molto grande (tre volte l’Europa) e per assurdo possa sembrare, viaggiando in regioni come ad esempio la Rondonia o l’Amapá non è poi “così strano” o “fuori dal mondo” incontrare garimpeiros interessati a vendere “a buon prezzo” non solo diamanti ma anche uranio (qui uno dei tanti arresti, risalente al 2010, quando furono sequestrati dalla polizia 350 kg di uranio)

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