Pesanti tagli in arrivo in Arabia Saudita

Per la prima volta Re Salman ha approvato dei decreti volti a ridurre le spese. Più care benzina, acqua ed elettricità

Pesanti tagli in arrivo in Arabia Saudita

Anche i ricchi sauditi devono fare i conti con i tagli alla spesa pubblica. Dopo due anni consecutivi di deficit, con il disavanzo che ha toccato il 15% del Pil, Re Salman si adegua alla nuova era dei bassi prezzi del petrolio e adotta misure tese a ridurre la dipendenza dell'Arabia saudita dal greggio. Nella legge di bilancio, infatti, è previsto un taglio delle spese a 224 miliardi di dollari, in calo del 14% rispetto al 2015. La robusta sforbiciata punta a bilanciare (almeno in parte) il calo dei prezzi del greggio, scesi del 50% dalla metà dello scorso anno, limitando le spese del paese maggior produttore di petrolio al mondo.

"Il budget considera i prezzi del petrolio più bassi e le difficoltà economiche e finanziarie a livello regionale e internazionale per la nostra economia", afferma il sovrano. Nonostante il calo dei prezzi e la sua dipendenza dalle esportazioni di petrolio, l’Arabia Saudita mantiene inalterati i livelli di produzione, scegliendo di non ridurli nel tentativo di far salire i prezzi. L’Arabia Saudita esporta 7 milioni di barili di petrolio al giorno e le vendite rappresentano il 90% delle entrate fiscali e il 40% del pil.

Ma in concreto cosa prevedono i tagli? Prima di tutto le agevolazioni sui carburanti: la benzina, infatti, costerà il 50% in più (ma non supererà quota 24 centesimi al litro, nulla rispetto a quanto la paghiamo noi). Poi aumenterà il costo dell'energia elettrica e quello dell'acqua.

I tagli potrebbero causare tensioni nel regno saudita. Su una cosa Re Salman non vuole cedere: la produzione del petrolio resterà invariata.

C'è il timore, infatti, che una volta ridotta il "vuoto" verrebbe subito coperto da altri Paesi, in primis l'odiato Iran, ma anche la Russia, gli Usa e l'Iraq. Il braccio di ferro, dunque, andrà avanti, così come la guerra sui prezzi.

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