Il piano della Cia per spodestare Assad che non piacque ad Obama

Per risolvere la crisi siriana i servizi segreti proposero 50 opzioni alla Casa Bianca: il presidente preferì armare i ribelli. Parte dell'equipaggiamento finirà nelle mani dell'Isis

Il piano della Cia per spodestare Assad che non piacque ad Obama

“Il piano della CIA per spodestare Assad è stato presentato al presidente Obama nel 2012. La Casa Bianca non ne ha tenuto conto, preferendo investire 40 milioni di dollari per addestrare una manciata di ribelli, con la quasi totalità dell’equipaggiamento finito nelle mani dei terroristi”.

Ed in effetti, soltanto nella battaglia di Mosul, lo Stato islamico ha requisito 2300 Humvee corazzati ed armati.

Stanno facendo discutere non poco le dichiarazioni di Doug Laux, ex agente della CIA intervistato dalla NBC. L’ex operativo della Central Intelligence Agency avrebbe avuto un ruolo chiave nell’elaborare un piano “multiforme progettato per cacciare il presidente siriano Bashar Assad”.

“I leader della Casa Bianca e della CIA avevano messo in chiaro fin dall'inizio che l'obiettivo del nostro gruppo di lavoro sarebbe stato quello di trovare il modo migliore per rimuovere il presidente Assad. La CIA ha appoggiato l'idea di armare e addestrare i ribelli siriani, ma ha elaborato un piano principale dettagliato per spodestare il leader siriano”.

Doug Laux, che ha trascorso un anno nel paese devastato dalla guerra come agente della CIA, incontrando i ribelli siriani e gli operativi dei servizi segreti dei paesi partner degli Stati Uniti, ha raccolto le sue memorie in un libro che uscirà domani.

Purtroppo – precisa Laux – il libro è stato pesantemente censurato dai servizi segreti degli Stati Uniti e tutti i dettagli del piano sono stati classificati.

“Tuttavia, posso dire che le mie idee erano piaciute a Washington e condivise da altri membri della CIA. L'allora direttore dell’agenzia, David Petraeus, sostenne il piano: ancora oggi crede che se avesse ricevuto il via libera, avrebbe potuto impedire anche l’ascesa dello Stato islamico”.

Una delle soluzioni pacifiche prospettate dalla CIA per risolvere la guerra civile siriana era quella di rafforzare i ribelli siriani, facendo pressioni (elargendo grosse somme) sulle figure di alto profilo del regime per abbandonare Assad. Il piano definitivo della CIA conteneva 50 opzioni finali per facilitare l’uscita di scena di Assad con un’alta probabilità di successo.

“Avevamo messo tutto nero su bianco e presentato il nostro piano allo staff della Casa Bianca. Purtroppo, il presidente degli Stati Uniti Barack Obama non ha reso operativo il piano, ritenendo politicamente non soddisfacenti le proposte della CIA. Poco dopo, ci siamo dovuti adeguare alla linea intrapresa dall’amministrazione Obama, con la fornitura di equipaggiamento militare ed addestramento per i ribelli siriani. Ritengo che nessun piano avrebbe potuto arginare la nascita dello Stato islamico e che per la mia esperienza, in Siria non esiste alcuna opposizione moderata”.

Eppure quel piano, quasi integralmente classificato, continua oggi ad essere ritenuto valido, così come affermato dal senatore John McCain. Non ho dubbi – ha aggiunto McCain – quel piano avrebbe potuto cambiare la Siria.

Il programma della CIA autorizzato dalla Casa Bianca e volto a destabilizzare il governo di Assad è stato ufficialmente avviato nel maggio del 2013 e diviso in cinque fasi. La prima era indirizzata al reclutamento dei “comandanti di fiducia” a cui fornire, nella seconda fase del programma, equipaggiamento e formazione sulla strategia da adottare. La terza fase, prevedeva la fornitura di equipaggiamento “speciale”, come i missili TOW (acronimo di Tube-launched Optically-tracked Wire-guided). La quarta fase prevedeva la fornitura dei missili anticarro, iniziata nel gennaio del 2014, tramite l’Arabia Saudita. Nel 2013, l’Arabia Saudita ha acquistato 13.975 missili anticarro, fornitura interamente consegnata. Per contratto, il governo saudita deve informare gli Stati Uniti della destinazione finale dei missili. L'approvazione statunitense è implicita. La quinta fase, che avrebbe dovuto ricreare un Afghanistan 2.0, non è mai divenuta operativa per timore che anche i missili terra-aria cadessero nella mani dei terroristi. L’entrata in scena della Russia, ha stravolto l’intera strategia della CIA.

Nelle prime fasi della guerra, il Dipartimento della Difesa si era posto l’obiettivo di addestrare delle unità in Siria per combattere lo Stato islamico. Si rivelerà essere uno dei più grossi fallimenti della storia del Pentagono. Quella forza moderata addestrata in Siria che avrebbe dovuto contrastare lo Stato islamico (54 unità invece di 5,400), non esiste più. La Casa Bianca sperava di addestrare 5400 siriani l’anno per una forza che avrebbe dovuto annoverare 15 mila effettivi entro il 2017. Per addestrare 54 ribelli, il Pentagono ha speso 41,8 milioni di dollari. Il Pentagono ha confermato che ha ripreso l’addestramento dei ribelli siriani e che continua la formazione dei 500 operatori JTAC (Joint terminal attack controller) in grado di coordinare gli attacchi aerei in ruolo di Close Air Support direttamente sul campo.

La Central Intelligence Agency, infine, conferma il sostegno alle piccole unità fedeli fin dal 2010 alla Casa Bianca stimate in

cinquemila elementi. Dimostrare l’efficacia del ruolo della CIA in Siria è impossibile, considerando che tutte le operazioni sono classificate e che solitamente si discostano dalla linea pubblica intrapresa da Washington.

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