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Polemiche per la preghiera inaugurale al Congresso Usa: "amen" e "awoman" al posto di "amen"

Il tentativo del pastore dem di attenuare, nella preghiera, la valenza a suo dire maschilista del termine “amen” ha fatto subito infuriare i repubblicani

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Negli Stati Uniti, la preghiera inaugurale recitata al Congresso all’apertura dei lavori dell’assemblea legislativa federale, rinnovatasi in occasione delle elezioni dello scorso novembre, ha scatenato forti polemiche, per il fatto che sarebbe stata recitata in maniera “neutrale sul piano del genere”. La formula religiosa recitata in occasione dell’avvio dei lavori del 117esimo Congresso si è infatti caratterizzata per il fatto che la parola “amen” è stata modificata dal celebrante per renderla “più inclusiva”. Il celebrante finito nella bufera è il pastore metodista Emanuel Cleaver, deputato democratico eletto alla Camera dei Rappresentanti per lo Stato del Missouri.

Questi, recitando domenica la tradizionale preghiera ufficiale di apertura dei lavori parlamentari, ha infatti terminato la celebrazione dicendo, al posto della formula conclusiva “amen”, "amen and awoman". Per il pastore dem, il vocabolo “amen”, dall’ebraico “veramente”, richiamava eccessivamente la parola inglese “man” (uomo), con conseguente necessità di temperare il maschilismo del termine semitico affiancandovi la parola “awoman”, priva di senso e creata lì per lì da Cleaver solamente per ricollegarsi a “woman”, che in inglese vuole dire appunto “donna”.

Tale gioco di parole, avente quindi come scopo quello di rispettare la neutralità di genere, è però subito apparso a molti come una forzatura inutile, irrispettosa dell’autentica origine e valenza dell’antico vocabolo “amen”.

Sotto accusa è così finito il deputato-pastore, biasimato dai repubblicani per avere travisato il significato della parola ebraica associandovi inesistenti assonanze sessiste. Tra i parlamentari più critici contro Cleaver vi è il deputato del Gop Guy Reschenthaler, che ha pubblicato un tweet al vetriolo contro il pastore progressista, in cui ricorda al religioso che “amen è latino", che significa "così sia" e che "non si può determinare il genere di questa parola. Purtroppo i fatti sono irrilevanti per i progressisti. Incredibile".

Anche esponenti non politici del mondo conservatore, come il blogger Matt Walsh, hanno censurato la scelta del pastore di annacquare nel politicamente corretto la millenaria formula liturgica “amen”, con il primo che ha scritto: “I Dem aprono il Congresso con una preghiera che finisce con 'amen and awoman'. Amen è una parola latina che significa 'veramente' o 'così sia'. Awoman è una parola senza senso che non significa nulla. I dem trovano un modo per rendere tutto stupido e senza senso. Assoluti pagliacci, tutti quanti.

La preghiera “neutrale” sul piano del genere sarebbe l’ennesima sortita dei democratici americani sul fronte della loro battaglia ideologica contro la presunta cultura maschilista imperante nelle istituzioni americane. Tale battaglia è stata di fatto rilanciata di recente da Nancy Pelosi, presidente dem della Camera bassa del parlamento Usa, che ha appunto introdotto in questi giorni nuove regole per la Camera dei Rappresentanti, dirette, a suo parere, ad aiutare l’assemblea legislativa a diventare “più inclusiva” e meno sessista e patriarcale. Per effetto delle disposizioni volute dalla speaker progressista, contenute in una

" data-ga4-click-event-target="external" target="_blank" rel="noopener">bozza di 45 pagine prossima all’approvazione da parte dei deputati federali, verrà eliminata, negli interventi pubblici degli onorevoli e negli atti ufficiali della Camera, ogni menzione di pronomi e termini specifici di genere come "uomo", "donna", "madre" e "figlio".

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