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"Price gap solo su gas russo". Ma il documento spacca l'Europa

Il "non paper" della Commissione europea propone un tetto al prezzo del gas solo per quello importato dalla Russia. Ma alcuni Paesi lo vogliono per tutto il gas, non solo quello proveniente da Mosca

"Price gap solo su gas russo". Ma il documento spacca l'Ue

Il tetto al prezzo del gas continua a tenere banco in Europa. E mentre 15 Stati membri chiedono a Bruxelles di imporre un provvedimento generalizzato a tutto il gas importato in Europa, la Commissione europea rilancia la possibilità di istituire il cosiddetto "price cap" ridimensionandolo al solo gas esportato dalla Russia.

Secondo fonti diplomatiche citate da Adnkronos, la Commissione Europea, l'organo "esecutivo" dell'Ue guidato Ursula von der Leyen, avrebbe proposto al Comitato dei rappresentanti permanenti degli Stati membri presso l'Ue (Coreper) un documento in vista del Consiglio straordinario dei prossimi giorni in cui si parla esclusivamente di tetto al prezzo del gas naturale russo. La richiesta sarebbe quindi solo in parte in linea con quanto richiesto dai governi di 15 Paesi alla commissaria Kadri Simson, che invece chiedono un tetto che non faccia eccezioni.

Tuttavia, va detto che questo documento, in gergo "non paper", non ha valore formale, ma solo esplicativo e senza che possa vincolare in alcun modo le decisioni del Consiglio straordinario del 30 settembre. Come descritto da Ansa, nel documento della Commissione si legge che un tetto al prezzo del gas generalizzato su tutti gli scambi "sarebbe un esercizio impegnativo a causa delle dinamiche del mercato interno e globale, e comporterebbe rischi dal punto di vista della sicurezza dell'approvvigionamento" e si rileva che "il rischio di provocare interruzioni dell'approvvigionamento da parte di Paesi terzi è maggiore per un massimale di prezzo all'ingrosso generalizzato rispetto a un massimale sulle importazioni da gasdotto".

Pur non essendo un documento con una richiesta ufficiali, è chiaro, in ogni caso, che rappresenta un indirizzo della Commissione Ue che preoccupa i Paesi che hanno invece proposto un altro di tetto al prezzo del gas, non solo a quello importato da Mosca. Motivo per il quale, come spiegano le fonti, il "non paper" non ha certo ricevuto una buona accoglienza da parte di quei 15 Paesi membri che avevano invece proposto una misura universale.

La discussione continua certamente fino al 30, ma sul punto pesano le differenze di vedute tra i vari membri Ue. Mentre i 15 Paesi firmatari della lettera (tra cui Italia, Francia, Spagna e Polonia) hanno scelto di proporre un tetto a tutte le importazioni, la Germania, i Paesi Bassi e la Danimarca hanno posto il problema di come questa misura possa realmente essere d'aiuto ai Paesi che rischiano di rimanere senza approvvigionamento energetico, dal momento che non è detto che i fornitori non scelgano altri clienti. Una linea fatta in parte propria dall'organo guidato da von der Leyen, che ora rilancia il tetto al gas russo come misura da prendere entro fine settembre insieme al nuovo pacchetto di sanzioni, l'ottavo, annunciato quest'oggi.

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