Putin non avrà il super caccia invisibile

Il Pak-FA è una macchina in divenire, con un’avionica che deve ancora imparare a “comunicare” con tutte le componenti installate. Mosca avrebbe posticipato l’entrata in produzione su larga scala del T-50, primo caccia a bassa osservabilità di quinta generazione, a causa di problemi tecnici

Putin non avrà il super caccia invisibile

Il Pak-FA, chiamato “Futuro Sistema Aereo di Prima Linea”, è una macchina in divenire, con un’avionica che deve ancora imparare a “comunicare” con tutte le componenti installate. L’integrazione tra i diversi sensori, infatti, può richiedere anni di lavoro, mentre problemi potrebbero sorgere anche per la manutenzione del rivestimento stealth, di cui il Pak-Fa è dotato. Il T-50, infatti, rappresenta la prima esperienza per i russi con i materiali radar assorbenti (Ram), rispetto a quella trentennale maturata dagli americani con l’F-117. Divario tecnologico che i russi hanno appreso a proprie spese. I dati sono eloquenti: in sei anni, i sei prototipi del T-50 hanno completato soltanto 700 voli di prova. Tra il 1997 ed il 2005, otto F-22 eseguirono 3.500 voli di prova. Il Cremlino, avendo intuito probabilmente soltanto di recente la reale portata di un investimento per una nuova piattaforma stealth, avrebbe deciso di stornare parte del budget per l’acquisizione delle precedenti piattaforme in servizio (aggiornate). Una strategia ritenuta dispendiosa dal Pentagono, che ha deciso, invece, di puntare tutto sull’F-35 (solo per fare un esempio) e sulla tecnologia di quinta generazione. Il Sukhoi T-50, del programma Pak-Fa, si è alzato in volo per la prima volta il 29 gennaio del 2010 (privo, però, di parte dell’avionica come il radar ed i sistemi di gestione degli armamenti). Secondo le stime russe la produzione dei Pak-Fa avrebbe toccato tra le 800 e le 1000 unità, esportazioni comprese. Per il T-50, i russi prevedevano un ciclo operativo di quarant'anni, con un costo stimato di 100 milioni di dollari a caccia. Tutti i caccia sarebbero stati dotati di radar AESA e controllo vettoriale tridimensionale della spinta. Il piano iniziale di acquisizione prevedeva un ordine di dieci caccia da inviare all’esercito per i test valutativi finali, seguiti da un primo lotto di sessanta T-50 con le modifiche implementate. La Russia prevedeva di avviare la produzione di serie del caccia di quinta generazione T-50 nel 2017. Sukhoi, la società russa dietro il progetto T-50, contava infine di realizzare una versione da esportazione per l'India. L’intero progetto sarebbe al momento congelato. Il Cremlino, che non ha mai diramato i costi di ricerca e sviluppo, sta incontrando le stesse difficoltà tecniche ed economiche che affrontarono gli americani trenta anni fa. Il know how acquisito con l’F-117 negli anni ’80 dal Pentagono, è stato poi sfruttato per il bombardiere B-2 e successivamente per l'F-22 nel 2005. Il tutto, però, a costi esorbitanti. L’F-117, costruito in 64 esemplari, è stato ritirato dal servizio (alcuni volano ancora per testare tecnologia sperimentale classificata). L’unico caccia da “dominio” aereo del pianeta, l’F-22 Raptor (circa 140 milioni di dollari ad esemplare), è stato costruito in soli 186 esemplari (la chiusura della linea è ritenuto uno dei più grandi errori della storia del Pentagono), ma soltanto 123 sono stati convertiti al combattimento. Il punto è che gli F-22 Raptor potrebbero abbattere orde di J-10 con estrema facilità, ma alla fine gli Stati Uniti saranno destinati alla sconfitta perché numericamente inferiori al caccia cinese a basso costo e messo in produzione di massa. Senza considerare, infine, che in un ipotetico scontro, i cinesi potrebbero allearsi con i russi. Sarebbe opportuno ricordare che è la versatilità di un sistema d’arma ad essere determinante in un campo di battaglia e non necessariamente la tecnologia custodita. I venti bombardieri B-2A? sono potenti, ma troppo pochi (e costosi, oltre due miliardi di dollari a velivolo) per tutte le guerre combattute nel mondo dagli USA (ed il nuovo bombardiere stealth non sarà pronto prima del 2020/2025). I nuovi LRS-B, sarebbe opportuno rilevarlo, non sono stati progettati per combattere i terroristi, ma per penetrare lo spazio aereo cinese e russo. Lockheed Martin, infine, con il suo F-35: presentato come un velivolo di quinta generazione con i costi di uno di quarta, ha superato i 100 milioni di dollari ad esemplare (anche se dovrebbe scendere una volta avviata la produzione in serie). Il costo unitario di un T-50 avrebbe già superato la fatidica soglia dei 100 milioni di dollari, mentre lo sviluppo continua a bruciare miliardi di dollari. L’ultimo incidente noto di un T-50 risale al 10 giugno del 2014, quando uno dei due motori del quinto prototipo prese fuoco. Dalla Sukhoi dovettero sospendere la produzione del sesto prototipo ed utilizzare le componenti già realizzate per riparare il velivolo danneggiato. Gli stessi indiani, avrebbero lamentate “serie carenze tecniche”. Il Cremlino, nonostante l’imponente piano di riarmo voluto da Putin che si concluderà nel 2020, ha ridotto l’ordine ad una dozzina di T-50 rispetto ai sessanta annunciati pochi mesi fa. Mosca però ha anche annunciato l’aumento della produzione dei caccia Su-30 e Su-35. Il Su-35 non è un caccia stealth, ma è ritenuto il non plus ultra della tecnologia russa di quarta generazione avanzata. L’ultima versione costa meno di 70 milioni di dollari. Accantonato il progetto “Terminator”, mostruosa evoluzione del Su-27 con motori a spinta vettoriale (si rivelerà essere troppo costoso), il progetto del Su-35 nacque nel 2003 come caccia di 4++ o quarta generazione avanzata per colmare il gap tecnologico tra i Su-30 ed il PAK-FA. Si usa questa classificazione per indicare i caccia di poco precedenti all’era stealth, ma superiori per avionica, radar e propulsione ai caccia di generazione 4,5. E’ corretto dire che i caccia 4++ incorporano tecnologie della precedente e della successiva generazione. Sebbene non propriamente stealth, la loro RCS è diminuita dal massiccio impiego di Ram (Radiation-absorbent material). Quella che è considerata una riuscitissima evoluzione del Su-27, presenta migliorie sotto molteplici aspetti. Dal radar Irbis-E, in grado di monitorare 30 bersagli ad una distanza massima di 400 km con la possibilità di attaccarne 8, al rivestimento radar assorbente. Dall’abbandono delle alette canard all’impiego dei motori Saturn AL-41F1A a spinta vettoriale che gli permettono anche capacità supercruise. Dal massiccio impiego di titanio per rinforzare la struttura (ne guadagna la cellula in termini di vita operativa) al moderno "glass cockpit". Il caccia multiruolo Su-35 raggiunge una velocità massima di 2.500 chilometri all'ora. La sua autonomia di volo è di 3.400 chilometri. In un dogfight, l’F-35 (non progettato per il combattimento ravvicinato, sarebbe opportuno ricordarlo) non avrebbe scampo contro un Su-35. Secondo i russi, il radar del caccia di quarta generazione avanzata del Sukhoi faticherebbe ad identificare un F-22, ma non la RCS di un F-35.

Mosca non ha mai smesso di aggiornare i propri caccia di quarta generazione a differenza del Pentagono che ha annullato i principali aggiornamenti per F-15 ed F-16, entro i prossimi quattro anni potrebbe avere almeno 120 nuovi caccia Su-35 in servizio.

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