È iniziato poco prima delle undici il vertice romano che metterà oggi l'una di fronte all'altra una delegazione egiziana e la controparte italiana, impegnate in un confronto sull'omicidio di Giulio Regeni, giovane ricercatore friulano che ha perso la vita al Cairo più di due mesi fa e il cui corpo è stato ritrovato con evidenti segni di tortura.
A più di sessanta giorni dal decesso del 28enne, ancora molto è da chiarire e si spera che maggiore chiarezza possa portare proprio il faccia a faccia tra le due procure, quella di Giza e quella romana.
Per la parte italiana partecipano all'incontro il procuratore capo Giuseppe Pignatone, il pmSergio Colaiocco e i capi di Sco e Ros, Renato Cortese e Giuseppe Governale. Dall'altro lato del tavolo il generale Adel Gaffar e il brigadiere generale Alaa Abdel Megid, dei servizi centrali della polizia egiziana e il vicedirettore della polizia criminale del governatorato di Giza, maggiore Mostafa Meabed.
Per la procura i procuratori Mostafa Soliman e Mohamed Hamdy El Sayed."Abbiamo affrontato il caso in modo trasparente", ha detto ad Al Arabiya il ministro egli Esteri egiziano Sameh Shoukry. L'Italia non la pensa così.
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