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La Russia e il drone Hunter

Noi analizziamo quello che la Russia vuole mostrarci. Le operazioni di depistaggio del Cremlino sono sempre in corso, al di là delle relazioni ufficiali con l'avversario

La Russia e il drone Hunter

Delle nuove foto in alta risoluzione del drone di sesta generazione Hunter sono state pubblicate poche ore fa sulle piattaforme social della Russia per una campagna informativa orchestrata dal Cremlino. E' davvero difficile credere che qualcuno si sia nascosto all'interno di una base segreta russa ed avesse iniziato a condividere sui social le foto di un prototipo classificato di sesta generazione. Si tratta di un’operazione orchestrata dal Ministero della Difesa così come avvenuto per la “svista” del 27 novembre del 2015 per svelare lo Status-6 o nel giugno del 2016 per i satelliti Repei. L’unica foto del drone Hunter, denominato Okhotnik-B, era stata diffusa il 30 luglio del 2017 dal sito paralay.iboards.ru: si trattava di una diapositiva informativa a bassa risoluzione del Ministero della Difesa russo.

Russia: la campagna informativa per il drone Hunter

Mosca non ha smentito ne confermato l'autenticità delle foto

Nel giro di pochi giorni Mosca ha diretto una campagna informativa per pubblicizzare i test di volo imminenti del drone di sesta generazione S-70 Hunter/С-70 Охотник. La campagna è iniziata alcuni giorni fa quando su Twitter sono trapelate le foto in alta risoluzione di un Su-57 in livrea digitale con un nuovo stemma che immortala il volo di un UCAV con il caccia di quinta generazione della Sukhoi. Il fulmine tra i due velivoli è un simbolo universalmente utilizzato per mostrare la connessione elettronica e condivisione dei dati tra due o più piattaforme. Sappiamo che nel prototipo T-50-3, solitamente schierato nel centro di prova di Akhtubinsk, è stato installato in configurazione ridotta il radar AESA N036 Byelka. Il programma Loyal Wingmen prevede formazioni miste composte da piattaforme autonome senza pilota ed equipaggi umani. 48 ore fa la prima foto dell’ala volante della Sukhoi, ufficialmente designata come Udarno-Razvedyvatelnyi Bespilotnyi Kompleks o URBK. La foto è trapelata su VK, la principale rete social russa. L’UCAV, acronimo per unmanned combat aerial vehicle, è immortalato su una fredda pista di rullaggio, probabilmente ubicata nel sud-ovest della Siberia. Poche ore fa, infine, sulle principali piattaforme social della Russia sono comparse altre quattro foto in alta risoluzione del drone pesante d’attacco S-70 Hunter.

Nel settembre del 2016 Mosca ammise l’esistenza di un drone sperimentale a bassa osservabilità basato su una configurazione aerodinamica non convenzionale. Progettato dalla Irkut Corporation, presenterebbe uno schema geometrico strutturale contenente soluzioni aerodinamiche uniche e mai utilizzate. È stato progettato per la ricognizione e l’attacco in ambienti A2/AD. Secondo i russi il gap con gli americani nella tecnologia UCAV sarebbe stato ormai colmato. Sono 1900 i droni in servizio con le forze armate russe. Solo in Siria hanno volato per 140 mila ore per 23 mila sortite.

Russia, drone di sesta generazione S-70 Hunter/С-70 Охотник

Mosca investe da anni copiosi fondi nella tecnologia UCAV. Non conosciamo il reale contributo iraniano con la vicenda RQ-170 Sentinel.

I russi definiscono l’Hunter come un drone super-pesante d'assalto di sesta generazione. L’UCAV sviluppato dalla Sukhoi dovrebbe volare per la prima volta entro l’anno con fase di progettazione iniziata nel 2011. In base ai pochi dettagli fino ad oggi diramati, l’Hunter dovrebbe essere un drone subsonico a bassa osservabilità da venti tonnellate in sviluppo dall’ottobre del 2011. Ignoriamo avionica, radar e sistemi di guerra elettronica. Il disegno ad ala volante si ispira vagamente all’X-47B della Northrop Grumman, al drone da ricognizione stealth RQ-170 della Lockheed Martin ed all’X-45C Phantom Ray della Boeing. Il prototipo, dalle notevoli dimensioni considerando anche il carrello, potrebbe essere equipaggiato con un propulsore Klimov RD-33 modificato. La variante RD-5000B equipaggia l'UCAV Skat della MiG. Qualora entrasse in produzione seriale, l'Hunter dovrebbe essere equipaggiato con il Saturn Izdeliye 30 del Su-57, ancora in via di sviluppo. La velocità massima stimata dell'ala volante della Sukhoi è di 800 km/h. Secondo TASS, le attività di verifica funzionale a terra dei sistemi e sottosistemi sul velivolo Hunter-A si sono svolte nel 2014. Le prove di volo si svolgeranno presso il Chkalov Aviation Plant di Novosibirsk, nel sud-ovest della Siberia. Il drone Hunter è stato progettato per imporre il dominio aereo in profondità in contesti di ultima generazione ad alta densità e la ricognizione persistente. Mosca identifica l’UCAV come un velivolo di sesta generazione realizzato con materiali compositi e rivestimento radar assorbente. Il drone Hunter sfrutterebbe il know-how acquisito dai russi con il sistema Skat ed il Su-57. La sua autonomia stimata è di seimila km con carico utile interno di due tonnellate. Tra i primi distemi d'arma associati all'S-70 figura il missile da crociera stealth Kh-59MK2, modificato espressamente per il trasporto interno nelle piattaforme a bassa osservabilità.

Drone d’assalto Hunter: la nostra analisi

Una premessa è d’obbligo: noi analizziamo quello che i russi vogliono mostrarci. Quello in foto potrebbe non essere il vero drone Hunter ma soltanto un mockup. Le operazioni di depistaggio orchestrate dal Cremlino sono sempre in corso, al di là delle relazioni ufficiali con l'avversario. Camuffamento? Inganno? Maskirovka è il termine corretto per descrivere tali operazioni.

Il nome dell'UCAV

Fino a pochi mesi fa Mosca utilizzava il termine Охотник per definire il prototipo del futuro caccia di sesta generazione con equipaggio umano. Tale nome associato al numero S-70 è stato poi utilizzato per l’ala volante sviluppata dalla Sukhoi con capacità aria-aria.

La principale missione del drone Hunter

La Russia concepisce l'S-70 Hunter come un drone d'assalto a basso costo da utilizzare nella prima ondata. Una piattaforma sacrificabile ed economicamente sostenibile che dovrà operare in profondità nello spazio aereo nemico in missioni di ricognizione ed attacco. Tuttavia il valore tattico del drone si valuterà in fase di produzione su larga scala. Soltanto il costo finale dell'Hunter decreterà il suo successo ed il suo reale impiego. L'economia russa ha già ridimensionato fortemente la flotta Su-57 (da mille a 25 unità) e T-14 (cento sui 2400 carri armati) rispetto a quanto inizialmente previsto.

La propulsione

Il drone Hunter era stato inizialmente concepito per essere equipaggiato con due motori a reazione. Tra le proposte rimaste sulla carta, una configurazione con due ventole di sollevamento su ogni ala e stabilizzatori verticali. L'UCAV mostrato in foto poche ore fa è chiaramente equipaggiato con un solo motore. Avevamo ipotizzato che l’S-70, almeno in questa fase ed in attesa che fosse disponibile il Saturn Izdeliye 30, avesse ricevuto un propulsore Klimov RD-33/RD-5000B che equipaggia il drone Skat della MiG. Tuttavia quello mostrato in foto sembrerebbe essere un propulsore da caccia a grandezza naturale. In sintesi: il drone potrebbe sfruttare il post bruciatore che, inevitabilmente, comprometterebbe gravemente la sua firma termica. Le strutture composite ridurrebbero la sezione radar equivalente dell'UCAV, mentre il motore potrebbe essere equipaggiato con un sistema di controllo della temperatura di scarico per minimizzare la firma termica. Tuttavia quella configurazione della sezione posteriore del drone mostrata in foto, lascia più di qualche perplessità considerando che si tratta di una piattaforma a bassa osservabilità concepita per operare in un ambiente nemico di ultima generazione. Ribadiamo ancora una volta che quello mostrato in foto è un prototipo, secondo i dati in nostro possesso il terzo della serie Охотник. Questo è quello che vogliono mostrarci i russi, ma quella configurazione posteriore non sembrerebbe implementare caratteristiche per disperdere e deviare il flusso d’aria calda del reattore. Il Ministero della Difesa russo decide di mostrarci questo dettaglio del drone Hunter che, chiaramente, palesa delle criticità sotto l'aspetto della firma radar ed infrarossa. Strana quella configurazione dei comandi di volo e dei flap. Il drone è trainato con la turboventola probabilmente in funzione a bassa potenza. Ciò sarebbe confermato dalla sfocatura della foto determinata dal calore dietro il motore che si irradia verso l'alto. Serviranno anni tra riprogettazione, sviluppo software ed architettura data-link e miliardi di dollari per rendere l'Hunter operativo.

Poche ore fa alcuni siti in lingua russa hanno ipotizzato un possibile test dell’Hunter in condizioni di combattimento in Siria.

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