Russia, rublo in picchiata: dopo il petrolio crolla anche la vodka

L’agenzia statale che regola il mercato degli alcolici ha annunciato che a febbraio il prezzo della bevanda scenderà del 16%

Russia, rublo in picchiata: dopo il petrolio crolla anche la vodka

Non si salva neanche la vodka. La svalutazione del rublo, dopo aver fatto crollare il prezzo del petrolio, abbatte anche il costo della bevanda alcolica simbolo della Russia. La Cnn riferisce che l’Agenzia Statale che disciplina il mercato dell’alcol ha annunciato per febbraio un ribasso del 16% per il superalcolico.

Il Paese paga le sanzioni dell’Occidente e la crisi del greggio mette all’angolo Vladimir Putin. L’inflazione è vicina al 10% e il Rublo è sceso del 40%: i margini di manovra dell’economia si restringono e fiorisce il mercato nero. Una prima reazione alla situazione e al contrabbando arriva dunque sulla Vodka. Il leader del Cremlino, preoccupato dal rincaro dell’alcolico – che portava i consumatori a spostarsi su altri prodotti non tassati e regolamentati – ha spinto per tagliarne il prezzo.

Secondo le ultime stime circa un terzo della Vodka in Russia è acquistata illegalmente.

Questo perché le tariffe dell’alcol, rispetto ad altri articoli, si sono impennate più rapidamente a causa della rigida regolamentazione governativa: nel 2013, secondo i dati di Euromonitor International, il valore economico delle bevande alcoliche è cresciuto del 15% e, di rimbalzo, ne è sceso il consumo. Non che sia necessariamente un male visto che sono circa 500.000 i russi che ogni anno muoiono per danni provocati dall’alcol.

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