Mondo

Russiagate, Facebook consegnerà la pubblicità politica pagata da Mosca al Congresso

Facebook consegnerà al Congresso degli Stati Uniti i dati e il contenuto di oltre 3mila annunci politici sulla sua piattaforma, che sarebbero stati pagati dalla Russia con l'obiettivo di interferire con le elezioni presidenziali americane del 2016

Russiagate, Facebook consegnerà la pubblicità politica pagata da Mosca al Congresso

Facebook collaborerà con il Congresso americano in merito all'indagine Russiagate. Il social ha annunciato ieri che consegnerà alle commissioni di Intelligence di Camera e Senato oltre 3.000 inserzioni pubblicitarie "probabilmente" collegate alla propaganda di Mosca durante le presidenziali del 2016.

Proprio due settimane fa, il gruppo aveva rivelato che centinaia di falsi account attivati dalla Russia erano stati utilizzati per comprare 100mila dollari di pubblicità contenente "messaggi divisivi" e infiammatori. I temi trattati riguardavano le discriminazioni razziali, i diritti dei gay, la paura degli immigrati e il diritto a circolare armati negli Usa, mentre altri post erano più specifici e contenevano il nome di Trump e quello della Clinton.

Le informazioni sui 470 account chiusi erao già state consegnate al procuratore speciale Robert Muller che indaga sul Russiagate. Ora, dopo aver ricevuto diverse pressioni, Facebook ha deciso di condividerle anche con il Congresso. "Non voglio che nessuno utilizzi i nostri strumenti per minare la democrazia", ha affermato il fondatore del social network, Mark Zuckerberg, che ha aggiunto di essere "preoccupato" per "la protezione dell'integrità" dei suoi meccanismi.

Nella nota, il social network ha inoltre annunciato che adotterà nove misure per impedire in futuro il rischio di interferenza durante i processi elettorali. Tra i punti principali, il chief executive promette più trasparenza sulla pubblicità politica, in modo che sia accessibile a tutti gli utenti l'origine della stessa. Inoltre un team di 250 dipendenti si occuprà esclusivamente di garantire "la siurezza delle nostre comunità". Zuckerberg ci tiene comunque a precisare che non sarà possibile bloccare "tutte le interferenze".

L'impegno intrapreso da Facebook rappresenta una notevole svolta se pensiamo che all'indomani delle elezioni americane il fondatore aveva definito "folle" il sospetto che delle interferenze sul social avessero potuto influenzare l'esito del voto a favore di Trump.

Commenti