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L'accusa di Facebook alla Russia: pubblicità per influenzare elezioni

Dagli Usa si getta ancora un'ombra sulle ultime elezioni americane. Una troll farm russa pro-Cremlino ha cercato di influenzare l'opinione pubblica americana: messaggi "divisivi" e falsi

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Facebook sta ancora indagando su delle possbili interferenze russe nelle elezioni americane dell'otto novembre scorso.

Come riporta la compagnia stessa in una nota, una società russa ha comprato annunci pubblicitari per 100mila dollari, per un periodo di due anni, che è partito dal giugno del 2015 - quando Donald Trump ha avviato la sua campagna elettorale per le primarie repubblicane - al maggio scorso. Secondo il social network, i messaggi pubblicitari avevano l'obiettivo di influenzare l'opinione pubblica americana. Gli annunci - che in totale sarebbero circa 3.000 - contenevano messaggi "divisivi" e trattavano temi come le discriminazioni razziali, i diritti dei gay, la paura degli immigrati e il diritto a circolare armati negli Usa, mentre altri post erano più specifici e contenevano il nome di Trump e quello della Clinton.

I post hanno poi indirizzato gli utenti verso circa 470 account che diffondevano informazioni false e violavano dunque i termini e le condizioni di Facebook. Secondo quanto riportato dalla compagnia di Menlo Park, gli account - che ora sono stati chiusi - potrebbero essere stati creati dalla Internet Research Agency, società con sede a San Pietroburgo, nota per postare messaggi a favore del Cremlino.

La campagna pubblicitaria è stata scoperta attraverso un'indagine interna di Facebook che investiga su come il social network sia riuscito a influenzare le ultime elezioni americane. Subito dopo le elezioni Mark Zuckerberg era stato duramente criticato per non aver preso sul serio la questione delle possibili influenze per mano russa, affermando che la divulgazione di fake news difficilmente avrebbe potuto davvero condizionare il voto d novembre.

Il responsabile della sicurezza di Facebook Alex Stamos ha avvertito mercoledì i comitati di Intelligence di Camera e Senato che stanno anch'essi indagando sull'argomento.

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