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Le scacchiste boicottano i mondiali di scacchi in Iran per il velo

Le migliori scacchiste della scena mondiale hanno dichiarato di essere disposte a boicottare i mondiali di scacchi del 2017 a Teheran, nel caso fossero costrette a indossare il velo

Le scacchiste boicottano i mondiali di scacchi in Iran per il velo

''Gli scacchi sono lo sport più violento del mondo'', disse il campione di scacchi Kasparov, Voltaire invece dichiarò che lo sport delle torri, degli alfieri, dei re e delle regine è quello che dà più onore all'intelletto umano. Probabilmente entrambi si riferivano all'essenza del gioco in quanto tale, e forse, mai avrebbero pensato che una scacchiera sarebbe stato il motivo di una crisi internazionale dai forti connotati religiosi. Perchè ciò è invece quanto sta avvenendo in previsione dei mondiali di scacchi femminili che si terranno a febbraio 2017 in Iran, a Teheran.

Nella Repubblica islamica dell'Iran il velo è obbligatorio per le donne e, stando a quanto dichiarato dal Daily Mail, le scacchiste che parteciperanno alla competizione sono state già informate che, nel caso non dovessero indossare il velo, potrebbero essere arrestate in qualsiasi momento durante la loro permanenza in Iran.

Ecco quindi che l'imposizione del velo ha fatto scattare una protesta nel mondo degli scacchi e nomi femminili illustri della disciplina minacciano di boicottare i mondiali perchè non vogliono indossare il velo. A guidare la protesta e a minacciare di non presentarsi sono le migliori sportive della scena internazionale. In prima fila l'attuale campionessa statunitense Nazi Paikidze che ha così parlato: ''E' completamente inaccettabile che uno dei più importanti tornei per donne sia organizzato in un paese dove, al giorno d'oggi, le donne sono costrette a coprirsi con l'hijab. Se non cambia, io non partecipo''. E a supportare la regina americana degli scacchi è stata anche la campionessa panamericana Carla Heredia che ha aggiunto: ''Nessun' istituzione, governo, nè un campionato mondiale di scacchi dovrebbero obbligare una donna a indossare l'hijab o a toglierselo. Lo sport dovrebbe essere libero da qualsiasi discriminazione sessuale e religiosa''.

Nel centro delle accuse è finita la Federazione Internazionale di Scacchi, incolpata di non difendere i diritti delle donne. Ma la direttrice della federazione, Susan Polgar, ha così replicato alle esternazioni delle sportive: ''devono rispettare le differenze culturali. A me piace mostrare rispetto vestendomi nel modo tradizionale in ogni paese in cui mi trovo.

Personalmente non avrei problemi a indossare un hijab''.

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