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Alla scoperta delle meraviglie di Dongtou

Raggiunto l’arcipelago di Dongtou alla ricerca dei suoi rapporti con l’antica Via della Seta Marittima, con la guida degli studiosi locali, ho avuto il piacere di scoprire la realtà variegata e affascinante di queste isole moderne dal cuore antico

Alla scoperta delle meraviglie di Dongtou

Ai lati della diga stradale, lunga 14,5 chilometri, che collega l’isola di Linkun (Wenzhou) a quella di Niyu (Dongtou), approfittando della bassa marea i pescatori avanzano nella melma a forza di gambe su barchette di legno, alla ricerca di molluschi e di piccoli crostacei. Nell’isola di Dongtou, all’inizio di maggio, dopo giorni di pioggia, un gruppo di donne approfitta del bel tempo per far asciugare al sole le alghe “yangxicai”, una coltura tipica dell’arcipelago, appena estratte dal mare. Dopo la lavorazione, esse saranno esportate in Giappone, dove sono molto apprezzate. Nelle loro case, alcuni anziani pescatori dipingono ad acquerello momenti della loro vita nelle isole, testimonianza di tradizioni sconosciute ai giovani, con il risultato di una festa di linee e di colori. Il maestro Yang Songmiao, ex pescatore, che vive sul pendio di un monte a picco sul mare nel solitario borgo di Shanglang, nell’isola di Niyu, utilizza il legno delle vecchie barche da pesca per realizzare delicate sculture rappresentanti i paesaggi e la gente dell’isola, ormai Patrimonio Culturale Immateriale della città di Wenzhou. L’artigiano Fang Guofang realizza speciali terrecotte e ceramiche con la melma argillosa delle coste, sottoposta a uno speciale trattamento che dura ben cinque anni. Per non parlare dell’artigianato della madreperla, una gloriosa tradizione locale, i cui capolavori sono in mostra nel Museo Donghai di Dongtou. Il giovane pittore locale Chen Chengwei, con i suoi delicati dipinti a olio di personaggi, ci presenta un mondo incantato, levitante tra passato e presente.

La bella isola di Zhuanyuandao è anche la terra natale del medico tradizionale Wang Jue (1970-2017), attivo nella vicina isola di Damendao, il quale, con lo pseudonimo di Lanxiaocao (piccola orchidea), per 15 anni ha effettuato donazioni a orfani e vedove e la cui identità è emersa solo dopo la morte prematura per malattia, commuovendo l’intera Cina. Ogni isola è un piccolo mondo: circondata dal mare, che alternativamente la protegge dall’esterno e la assale con la sua furia alimentata dai tifoni, per necessità legate alla sopravvivenza induce alla partenza e alla scoperta di realtà diverse, rimanendo nel contempo un contesto chiuso, che permette la conservazione nel tempo dei dialetti e delle tradizioni. L’isola alimenta il coraggio e l’audacia di affrontare le prove della vita ed è una fonte inesauribile di ispirazione poetica e artistica.

Le 168 isole dell’arcipelago di Dongtou, situato a est della foce del fiume Oujiang, presso Wenzhou, continuano a ispirare Yu Tui e gli altri giovani poeti locali, per la maggior parte figli e nipoti di pescatori e di artigiani delle vele e delle reti. Per il fiorire delle attività poetiche, nel 2017 l’arcipelago di Dongtou ha ricevuto il titolo di “terra della poesia” dalla Commissione per la Poesia dell’Associazione Nazionale degli Scrittori. L’economia di Dongtou, situato all’interno della seconda maggiore area di pesca della provincia dello Zhejiang, ha sempre fatto perno sulla pesca e sul commercio dei prodotti ittici. Da un decennio le isole sono diventate un’ambita meta turistica, viste le belle spiagge sabbiose, la possibilità di piacevoli escursioni in barca e la deliziosa cucina a base di pesce e di frutti di mare. Abitato da pescatori emigrati secoli fa dalle vicine zone di Yueqing e Yongjia e dalla provincia del Fujian, l’arcipelago di Dongtou presenta dialetti e tradizioni sia di Wenzhou (isole di Damendao e Luxidao) sia del Fujian (isola di Dongtou). In particolare, gli emigrati dal Fujian hanno portato con sé il culto di Mazu, la divinità protettrice dei naviganti, a cui è dedicato il Tempio Mazugong di Dongsha, eretto nell’anno 1740, sede ogni anno di speciali cerimonie commemorative, ormai Patrimonio Culturale Immateriale statale.

La storia di Dongtou

Quanto alla storia locale, essa riflette sia le vicissitudini legate alla lotta ai pirati, che infestarono per secoli i villaggi delle isole, sia la prosperità legata al commercio dei prodotti ittici, che generò una notevole ricchezza a cavallo del ventesimo secolo. Sotto la guida di Ke Xudong, studioso di storia e di archeologia locale, ho visitato il porticciolo di Da’ao, nell’isola di Dasanpandao, che ospita uno dei due porti pescherecci locali (il secondo si trova nel sud dell’isola di Dongtou) e la vicina Gilda dei commercianti di meduse, un edificio in pietra dell’inizio del secolo scorso. L’area di Dongtou fu ricca di meduse fino a una cinquantina d’anni fa, quando scomparvero all’improvviso.

L’imponente residenza di Ao’nei della famiglia Ye, arricchitasi negli anni venti-trenta con il commercio con il Giappone e con le Filippine, la piccola e raffinata residenza della famiglia Zhuo a Dong’ao, e l’elegante residenza di Chen Jiyu a Dongsha, la cui famiglia si distinse nella lotta contro i pirati, sono pregevoli esempi di architettura in legno e pietra, di stile misto sino-occidentale, risalenti all’inizio del Novecento. Quanto all’architettura popolare, i borghi delle isole sono costellati di rustiche case di pietra a due piani, risalenti per lo più agli anni sessanta-settanta del secolo scorso, in grado di resistere alla furia dei tifoni: un esempio tipico è il borgo di Huagangcun, nella piccola isola omonima, in cui alcuni edifici sono stati trasformati in guest-house di lusso.

Il borgo di Xiapucun, immerso nel verde, punto di partenza del sentiero Baimagudao che raggiunge il famoso Padiglione Wanghailou, ospita un’ampia residenza di pietra a un piano della fine dell’epoca Qing, dal tipico tetto arcuato. Nell’isola di Niyu, montuosa e scarsamente abitata, il borgo di case di pietra di Xialang, aggrappato al ripido pendio di un monte e pressoché invisibile dal mare, fino a pohi anni fa era raggiungibile solo tramite un ripido sentiero a gradini che parte dalla costa, immerso in boschi di pini e di abeti, un espediente per difendersi dalle scorrerie dei pirati.

Allo stesso scopo, quattrocento anni fa (secondo lo studioso Ke Xudong, forse già in epoca Song), il borgo montano di Shizi’ao si dotò di una muraglia di pietra che blocca del tutto la stretta gola boscosa che conduce al borgo. Dotata di un ingresso ad arco laterale, della rustica muraglia, alta tre metri, ora rimangono solo una ventina di metri, ricordo indelebile di un passato travagliato. Questi vecchi borghi ora sono affiancati da moderni edifici e da superbe ville, segno del benessere acquisito dai locali tramite la pesca e il commercio, una realtà comune all’intero arcipelago. Storicamente, a causa della sua posizione geografica, l’arcipelago di Dongtou ha fatto spesso da supporto al vicino porto di Wenzhou, fornendo servizi di deposito e di trasbordo delle merci e di riparo dalle tempeste e dai tifoni delle navi in arrivo e partenza. Una testimonianza dell’importante ruolo svolto da Dongtou nell’ambito dell’antica Via della Seta Marittima consiste nella scoperta, risalente al 1988, di un deposito di porcellane della fornace di Longquan, di epoca Yuan (1271-1368), sul pendio di un’altura dell’isola di Dongtou, un tempo situata a soli 16 metri di distanza dalla costa. Si tratta di una cinquantina di coppe rialzate e di piatti, piattini e ciotole provenienti dalla fornace di Qiaotou, a Yongjia, destinate all’esportazione, simili come forma, vetrina e decorazione alle porcellane celadon ritrovate in Giappone, Corea ed Egitto (sito di Al-Fustat, presso Il Cairo).

Tra tutte, spiccano sei coppe rialzate di porcellana di colore verde o giallino, considerate le “gemme” della scoperta. Una di queste coppe e una ciotola celadon, entrambe decorate alla base a stampo con motivi di crisantemo, sono state esposte nel 2014 alla “Mostra Congiunta di Sette Province sulla Via della Seta Marittima” tenuta al Museo della Capitale di Beijing. Ora esse sono ospitate presso il Museo di Wenzhou. Secondo Ke Xudong, studioso di storia e di archeologia locale, nelle epoche Song (960-1271) e Yuan (1271-1368), Ningbo e Wenzhou erano i maggiori porti della Via della Seta Marittima dello Zhejiang: Ningbo come porto di trasbordo e Wenzhou come porto di esportazione diretta delle porcellane celadon di Longquan, insieme a ridotte quantità di seta, lacca e tè. L’arcipelago di Dongtou si trova lungo un’importante rotta di navigazione del sudest dello Zhejiang. Circondato dal mare e prossimo a Wenzhou, conta i due principali porti di Sanpandao e di Dongtou, quest’ultimo protetto dai venti dai monti Banpingshan e Daqushan. Le porcellane emerse nei pressi dell’antica banchina di Dongtou potrebbero essere state trasbordate dal porto di Wenzhou, per motivi sconosciuti, in attesa della partenza.

Al 1986 risale la scoperta nell’isola di Niyu di due monete d’argento spagnole, con l’indicazione degli anni 1787 (Carlo III) e 1790 (Carlo IV): il diritto reca l’immagine del re e il rovescio della corona reale. Vista l’impossibilità di contatti diretti con mercanti stranieri degli abitanti di Dongtou, le monete potrebbero essere state trasbordate nell’isola da mercanti di Wenzhou attivi nel commercio internazionale. Inoltre, dal sito di un’antica nave affondata lungo la costa dell’isola di Damendao sono emerse porcellane bianche e blu e resti di legno del fasciame. Nel 1985, nel corso di scavi nella circoscrizione di Beishaxiang, nell’isola di Dongtou, di fronte al porto di Dasanpan, è emerso un vaso di porcellana contenente due spilloni d’argento dorato, un braccialetto e alcuni lingotti d’argento, risalenti all’epoca dei Song meridionali. Di splendida fattura, gli spilloni recano incisi i nomi degli artigiani. I lingotti, provenienti dalla capitale del tempo, Lin’an, potevano essere cambiati in moneta in agenzie semigovernative. Inoltre, nel 2013, sul colle Jiumuqiu dell’isola di Dongtou è emerso il sito delle saline governative delle epoche Song e Yuan, un segno che al tempo le isole erano già popolate.

Un arco roccioso adagiato sull’azzurro del mare

Costellate di fari per la navigazione e di siti di antiche torri di segnalazione con il fumo, parte del vecchio sistema di difesa costiero della zona di Wenzhou, le isole sono un’attraente destinazione turistica per la bellezza del paesaggio costiero. Dall’imbarcadero di Dongtou partono i battelli che circumnavigano l’isola di Banping, le cui pareti rocciose, di un impressionante color rosso sangue, a picco sul mare, sono solcate da ampie fenditure, frutto dell’erosione dei venti e delle maree. La forza delle onde ha addirittura perforato un intero grande scoglio sulla punta sud dell’isola, creando un impressionante arco roccioso adagiato sull’azzurro del mare. Segnate dall’arduo lavoro dell’uomo per adattarle alle necessità della propria sopravvivenza, le isole di Dongtou presentano un alto valore di riferimento per gli studi sulla zona di Wenzhou, con particolare riferimento alla storia delle migrazioni e alla Via della Seta marittima.

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