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Se la Danimarca paga la pensione ai foreign fighters di Isis

Scandalo a Copenhagen: negli ultimi tre anni sarebbero decine i foreigh fighter che sono andati a combattere in Siria dopo aver ricevuto pensioni e benefit di Stato

Se la Danimarca paga la pensione ai foreign fighters di Isis

Prima si facevano assegnare la pensione d'invalidità perché malati o inabili al lavoro. Poi se ne andavano in Siria a combattere nelle file dello Stato Islamico. La storia che arriva dalla Danimarca mostra le conseguenze della concessione a pioggia di benefit e privilegi del welfare state senza un opportuno controllo. Conseguenze che finiscono per versare i soldi dei contribuenti direttamente nelle tasche dei terroristi.

La vicenda è stata smascherata da un'inchiesta del quotidiano danese Berlingske, che ha avuto accesso a documenti esclusivi dei servizi segreti di Copenhagen contenenti una verità esplosiva: dal 2014 al 2017 sarebbero stati almeno 36 i cittadini danesi beneficiari di sussidi di disoccupazione o pensioni che si sono recati in Siria per combattere fra le file dei jihadisti.

Le rivelazioni del quotidiano scandinavo hanno provocato anche la reazione del governo, con il ministro del Lavoro Troels Lund Poulsen che ha parlato di "un enorme scandalo": "Permanere in una zona di guerra e prendere parte, direttamente o indirettamente, ad azioni militari non è in alcun modo compatibile con il conferimento di pensioni di invalidità", ha spiegato.

Ma l'aspetto più paradossale di tutta la vicenda è un altro: mentre il parlamento di Copenhagen studia nuove misure per tagliare i benefit di Stato ai foreign fighter, l'agenzia che si occupa di erogare le pensioni a chi risiede al di fuori della Danimarca ha comunicato che secondo le leggi vigenti non le è possibile sospendere l'erogazione dei benefit anche in presenza di una segnalazione dei servizi segreti.

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