Alla fine Anas non ce l'ha fatta. Il profugo siriano Anas Modamani, famoso per essere il protagonista di un celeberrimo selfie con la cancelliera tedesca Angela Merkel scattato nella tarda estate del 2015 ha perso il ricorso presentato contro Facebook, accusato di non aver censurato l'uso diffamatorio che di quella foto era stato fatto.
Lo scatto di Angela e Anas sorridenti davanti all'obiettivo era infatti stato associato a migliaia di fake news riguardanti veri o supposti crimini degli immigrati in Germania. E non di rado utilizzato anche per illustrare le notizie relative al terrorismo, come nel caso degli attentati di Berlino dello scorso 19 dicembre. Peccato che Anas non c'entrasse nulla con la benché minima azione criminale.
Pertanto il profugo aveva annunciato la propria decisione di trascinare i rappresentanti legali di Facebook in tribunale. E la corte di Wurzburg, a cui si era rivolto, ha sentenziato proprio nei primi giorni di questa settimana che il social network non è obbligato a ricercare attivamente e a cancellare i post diffamatori.
I legali del sito fondato da Mark Zuckerberg, infatti, hanno argomentato spiegando che sarebbe necessaria una "macchina dei miracoli" per rimuovere tutto il materiale che Anas chiede di cancellare, ormai diffuso all'infinito.
Peccato che lo stesso social network, hanno replicato piccati i legali del siriano, riesca a contrastare senza problemi chi pubblica sulle sue pagine immagini pornografiche o musica protetta da copyright.Modamani, che ora lavora in un fast food e sta studiando il tedesco, protesta però che l'uso improprio di quella foto ha notevolmente peggiorato la qualità della sua vita.
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