Teoricamente, Putin potrebbe essere processato per i crimini di guerra commessi in Ucraina? La risposta è certamente sì, molto più difficile la fattibilità della cosa. Gran parte dei leader occidentali vogliono la sua testa, Biden si è chiaramente espresso sull'argomento ma affinché lo zar possa finire sul banco degli imputati serve che si incastrino alcune cose. Innanzitutto, sono necessari un golpe o un cambio di regime, con il presidente russo fuori dal Cremlino. A quel punto si potrebbero aprire scenari interessanti.
I nodi da sciogliere
Tutto dipende dal Consiglio di Sicurezza dell'Onu, che potrebbe predisporre un tribunale speciale con Putin e il suo esercito chiamati a rispondere alle malefatte in Ucraina con le prove schiaccianti dell'orrore che hanno compiuto a Bucha, cittadina alle porte di Kiev. Lo stesso scenario potrebbe aprirsi grazie alla Cpi, ossia la Corte Penale Internazionale, primo e unico tribunale internazionale permanente che persegue le persone per i crimini quali il genocidio, crimini contro l'umanità, crimini di guerra e crimini di aggressione. Entrata in vigore l'1 luglio 2002 con lo Statuto di Roma, non prevede giudizi in contumacia, quella condizione per cui, il soggetto che ha l'obbligo di costituirsi davanti al giudice che esamina un processo che lo riguardi, non lo fa. Come riporta il Corriere, il suo procuratore generale, Karim Khan, sta raccogliendo le prove dei crimini di guerra (ce ne sono centinaia), con la collaborazione dell’Unione Europea.
"Due possibilità per arrestarlo"
"Un mandato di cattura per Putin potrebbe arrivare già entro fine anno", ha affermato al quotidiano l’ex giudice della Corte Penale Internazionale, Cuno Tarfusser. Due sono le possibilità che Putin possa essere arrestato: la prima è se metterà piede in uno dei 123 Stati che sostengono la Cpi (Stati Uniti e Ucraina non ne fanno parte), i quali sono tenuti ma non obbligat) ad arrestare il ricercato in questione. Oppure, come accennato prima, se lo zar fosse fatto fuori dai suoi fedelissimi e il nuovo governo russo "decidesse che è meglio consegnarlo alla Cpi piuttosto che processarlo in casa".
"Solo con un cambio di regime"
Al momento, l'ipotesi più percorribile (ma difficile) è il cambio di regime in Russia: soltanto in quel modo, secondo Marco Pedrazzi, ordinario di Diritto internazionale all'Università Statale di Milano, Putin potrebbe finire alla sbarra. "E non è possibile celebrare un processo in contumacia alla Corte internazionale: l'imputato dev'essere sempre presente", spiega al Messaggero. Il Procuratore, a quel punto, non potrebbe inviare un mandato di arresto? Sì, ma deve farsi autorizzare dalla Camera preliminare della Corte. "Qui entrano in considerazione anche fattori politici, non solo giuridici - spiega Pedrazzi - La corte è stata invitata a procedere da 41 Stati, inclusa l'Italia. Russia e Ucraina non hanno firmato lo Statuto, ma Kiev ne ha accettato la giurisdizione dal novembre 2013. La corte ha ruolo complementare rispetto alla magistratura nazionale".
La difesa russa per Putin
In Patria è acclamato e, seppur in disaccordo, chi lo circonda non lo farà cadere tanto facilmente. Come detto, la Russia non fa parte della Corte internazionale: ciò significa che non ci sarà alcuna cooperazione e "cercherà di sabotare come può l'attività della Corte. Non metterà a disposizione i documenti, non lascerà entrare nessuno nel proprio territorio, e non contribuirà ad arrestare nessun ricercato. A meno che non vi sia il cambio di regime", sottolinea il professore di Diritto, riportando l'esempio nei confronti del personaggio più rilevante, l'ex presidente sudanese Omar al-Bashir, mai consegnato alle autorità nonostante il cambio di regime nel 2019. Intanto, però, gli investigatori sono a lavoro per raccogliere quanti più elementi di prova possibili. Il Procuratore è andato in Ucraina, nel processo saranno sentiti i testimoni e valutati tutti i documenti. "Parliamo di omicidi, stermini, stupri, torture. Perché vi sia un crimine contro l'umanità, anche il singolo omicidio dev'essere stato commesso con la consapevolezza che si inseriva nel quadro di un attacco su vasta scala o sistematico contro una popolazione civile", afferma Pedrazzi al quotidiano romano.
Quei precedenti illustri
Nel passato, neanche tanto lontano, ricordiamo la fine di Gheddafi, ucciso appena catturato e Saddam Hussein impiccato a Bagdad dopo un processo creato ad hoc dagli Stati Uniti. Il romeno Nicolae Ceaucescu fu accusato e dichiarato colpevole di genocidio nel giro di poche ore nel Natale del 1989.
Ma il paragone più calzante è forse con la Serbia che sta dalla parte di Putin: nel 2021 l'ex presidente Slobodan Milosevic fu mandato all'Aia e trovato morto nei giorni del processo. Accusa di crimini di guerra e genocidio anche per Radovan Karadzic, architetto della pulizia etnica in Bosnia, che si trova attualmente in ergastolo in un carcere britannico.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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