Sirte, la vendetta del Califfato

Dieci miliziani di Misurata massacrati in un agguato dello Stato Islamico. Sostieni il reportage

Sirte, la vendetta del Califfato

Misurata - L' elicottero attera lento, la folla gli si stringe attorno. Sono padri e fratelli, amici e parenti. La notizia li ha risvegliati di soprassalto. Si son messi qualcosa addosso e son corsi fin qui, all'aeroporto. Ora la tragedia è davanti ai loro occhi. Mentre il rotore si ferma escono i due feriti. Un terzo è già all'ospedale e nessuno sa dire se ne uscirà vivo. Gli altri loro dieci compagni scendono nei sacchi bianchi imbrattati di sangue.

Escono uno ad uno dalla carlinga. Mentre gli occhi versano lacrime. Mentre cento mani pietose li spingono verso le ambulanze, verso il loro ultimo viaggio, verso il loro funerale da shahid. Sono i martiri di Misurata. Sono le vittime della vendetta dello Stato Islamico. Gli uomini del Califfato l'hanno messa a segno nella notte. E non a caso hanno colpito a Nawfaliya, la cittadina un'ottantina di chilometri ad est di Sirte, dove, nei giorni scorsi, le milizie di Misurata hanno ucciso 16 terroristi tra cui il super ricercato tunisino Ahmad Mahmoud Rowisi, uno dei killer dell'avvocato Chokri Belaid assassinato a Tunisi nel febbraio 2013.

La rappresaglia dello Stato Islamico scatta poco dopo la mezzanotte ed ha come obbiettivo il posto di blocco organizzato dai miliziani della "Brigata 166" alle porte di Nawfalyia. I militanti del Califfato si avvicinano a piedi e - approfittando delle scarse misure di sicurezza organizzate dai misuratini - arrivano fino a poca distanza.

Quando aprono il fuoco e lanciano le prime granate i miliziani di Misurata non hanno neppure il tempo di reagire. Cadono come birilli falciati dalle raffiche di kalashnikov e dalle schegge delle bombe a mano . In pochi minuti la squadra della Brigata 166 viene completamente annientata.

Quando arrivano i primi soccorsi sul terreno ci sono dieci cadaveri e tre feriti uno dei quali in gravissime condizioni. Ma la vendetta dello Stato Islamico messa a segno a Nawfaliya è anche un segnale di quanto pericolosa e sanguinosa potrebbe rivelarsi l'offensiva della Brigata 166 contro la città di Sirte trasformata in nuovo caposaldo del Califfato.

Mentre i "misuratini" al pari delle altre khatibe libiche si muovono in disordine ed esibiscono un addestramento militare a dir poco approssimativo i combattenti del Califfato dimostrano - anche qui in Libia - di essere combattenti rodati e forti di un'esperienza acquisita nel corso di anni di campagne militari su fronti che vanno

dalla Cecenia all'Iraq, dall'Afghanistan alla Siria. Un'esperienza che rischia di vanificare la superiorità numerica delle milizie di Misurata e trasformare la battaglia di Sirte in un interminabile e sanguinoso assedio.

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