Spagna, ministri contagiati e gli ospedali sono nel panico

Emergenza coronavirus in Spagna. "Le misure che dovevano essere adottate non sono state prese in tempo per evitare che molte persone vengano infettate in brevissimo tempo"

Spagna, ministri contagiati e gli ospedali sono nel panico

In Spagna la pandemia del Coronavirus fa registrate il primo caso di contagio tra i componenti del governo. Nella mattinata del 12 marzo è risultata positiva al virus il ministro per l'uguaglianza di genere Irene Montero. Il Vice Presidente del Consiglio Pablo Iglesias è in quarantena, mentre tutti i membri del governo guidato di Pedro Sánchez saranno testati durante la giornata di giovedì 12 marzo e comunicheranno entro la serata i risultati dei loro tamponi.

Se solo adesso la politica ha cominciato a prendere sul serio il coronavirus, già dal dieci marzo i medici avevano cominciato a lanciare l’allarme. Il messaggio più chiaro era stato postato su Twitter dal virologo Jose R. Arribas, responsabile del Dipartimento di ricerca e cura delle malattie infettive dell'ospedale La Paz di Madrid.

Il dott. Arribas, che è nel consiglio direttivo della European Clinical Society ed è un esperto di Aids, aveva scritto allarmato: "negli ospedali con Covid-19 stiamo finendo i dispositivi di protezione". Poi aveva aggiunto: "Possiamo rimanere senza letti Uvi. La risposta a Covid-19 deve essere una priorità nazionale".

In Spagna la sigla Uvi sta per "unidad de vigilancia intensiva", l’equivalente dei nostri reparti di terapia intensiva. E proprio su questa tematica i media, da qualche giorno, si chiedono se il servizio sanitario spagnolo potrà far fronte al coronavirus.

Solo a Madrid oggi ci sono più di 100 pazienti affetti da coronavirus che si trovano in terapia intensiva negli ospedali della capitale, una cifra che aumenta di giorno in giorno. È significativo, a tal proposito un video che è stato pubblicato da El Mundo su Youtube l’11 marzo, che riporta in sequenze le dichiarazioni ingravescenti, da febbraio alla prima decade di marzo, del Ministero della Salute.

La capitale della Spagna si sta lentamente "chiudendo". Le più rilevanti iniziative intraprese a Madrid fino alle ore 10 di giovedì 12 marzo prevedono la chiusura di tutte le scuole fino al 26 marzo, mentre le università pubbliche a Madrid ritarderanno l’inizio dei nuovi programmi di due settimane. Un college universitario è chiuso e centinaia di studenti universitari stanno tornando a casa delle loro famiglie fuori Madrid, con il rischio di portare l’infezione nei loro paesi d’origine.

La Comunità Autonoma di Madrid ha comunicato che potranno essere ritardati o sospesi gli interventi chirurgici, le visite ambulatoriali, i test diagnostici e i ricoveri non urgenti. Inoltre saranno abilitati i letti di riserva negli ospedali, verranno installati nuovi letti nelle unità Covid-19. Al momento non ci sono restrizioni al trasporto pubblico ed è stata annunciata la disinfezione quotidiana dei mezzi. Sono stati chiusi per due settimane i centri culturali, quelli per gli anziani, le biblioteche e i centri sportivi. Sono state sospese le attività collettive tenute in spazi chiusi che coinvolgono più di mille e saranno ridotte di un terzo le capacità di accoglienza delle strutture che possono ospitare meno di mille persone.

Da oggi, giovedì 12 marzo, per la prima volta dalla Guerra Civile, il museo del Prado è chiuso a causa della crisi legata al coronavirus, come rimarranno chiusi la Reina Sofia, la Thyssen-Bornemisza, la Filmoteca Española, i musei Cerralbo, "Arqueológico", quelli di "Antropología", delle Arti Decorative, dell'America, del Romanticismo, del Costume e altri ancora. Anche gli edifici del Patrimonio Nazionale, come il Palazzo Reale di Madrid o il Monastero di San Lorenzo de El Escorial non apriranno. La rete di biblioteche pubbliche della Comunità di Madrid e le biblioteche universitarie sono chiuse al pubblico. I grandi eventi sportivi nazionali e internazionali si terranno a porte chiuse. Oltre 200 residenze giovanili universitarie sono state chiuse. Rimarranno chiusi anche gli 84 centri professionali per le persone con disabilità intellettive e il servizio di assistenza per i bambini tra 0 e 6 anni. Le visite agli anziani sono fortemente limitate e il visitatore dovrà indossare obbligatoriamente una maschera chirurgica.

Anche l’attività politica è stata ridotta al minimo. Il consiglio comunale di Madrid ha sospeso le sessioni plenarie in tutti i distretti. L'Assemblea di Madrid ha annullato la sua sessione plenaria di giovedì 12 marzo. L'Arcidiocesi di Madrid ha raccomandato di rimuovere l'acqua santa dalle Chiese, la controversa pratica di ricevere la comunione sulla mano, di astenersi da gesti di pace che prevedono contatto. Anche il Centro islamico di Madrid ha sospeso tutte le attività scolastiche e culturali ma manterrà le preghiere, cercando di evitare l’assembramento all'interno della moschea.

Infine, la direttiva più importante che riguarda tutta la Spagna è indirizzata a coloro che iniziano ad avere i primi sintomi da Coronavirus. È richiesto di rimanere in casa, di evitare di recarsi nei centri sanitari, di chiamare un apposito numero verde per le emergenze (il 900102112).

In tutta la Spagna c'è una carenza globale di stock sanitario per le emergenze e non aiuta la decisione della Germania di vietare l'esportazione di attrezzature mediche. Numerose sono le segnalazioni riguardanti carenze di attrezzature, dalle maschere protettive per i medici alle uniformi per tutto il personale sanitario. Nei negozi il prezzo delle maschere protettive è rapidamente salito da cinquanta centesimo a sette euro. Gli operatori sanitari avevano già dichiarato di essere sotto pressione lavorativa già prima dei contagi che hanno portato decine di operatori sanitari all’isolamento domestico a causa del rischio di contagio da coronavirus. Le autorità sanitarie di diverse parti della Spagna hanno esteso i contratti di lavoro temporaneo per coloro che sono assunti per lavorare durante l'inverno. La scorsa settimana la sola Comunità di Madrid ha firmato 1.658 contratti, di cui 707 estensioni del piano invernale e altre 951 assunzione deliberate specificamente per contrastare il coronavirus.

"Ciò che mi preoccupa come professionista medico è che le misure che dovevano essere adottate non sono state prese in tempo per evitare che molte persone vengano infettate in brevissimo tempo", ha spiegato la dottoressa Ángela Hernández del sindacato dei medici di Madrid. E quando ciò accadrà "le capacità che abbiamo nel sistema sanitario saranno superate". Il numero di emergenza nazionale 112 è stato così tanto intasato dalle molte chiamate di emergenza sanitaria che molte chiamate sono state passate ai servizi telefonici regionali dedicati all’emergenza coronavirus.

Un medico spagnolo, che lavora in un ospedale di Milano, per sollecitare il suo paese di origine a prendere sul serio il coronavirus, ha pubblicato un video-intervento dove spiega agli spagnoli che quello che stanno cominciando a vivere in Spagna oggi è stato vissuto

dall’Italia già diversi giorni fa. "Il sistema sanitario nazionale italiano, e in particolare quello lombardo, è uno dei più forti al mondo", ha spiegato il medico spagnolo, ma "rischia di collassare".

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