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Usa, aderì all'Isis. E il giudice le nega la cittadinanza

Hoda Muthana, la 25enne che da Birmingham andò in Siria, oggi è detenuta in un campo profughi curdo in Siria. Vorrebbe tornare per il bene del figlio e si è detta pronta ad assicurarsi alla giustizia americana. Ma l'America non la riprende grazie a un cavillo burocratico

Usa, aderì all'Isis. E il giudice le nega la cittadinanza

Aveva deciso di unirsi alle milizie dell'Isis nel 2014, partendo dall'Alabama per raggiungere la Siria. Ma poi, una volta catturata dai curdi insieme a suo figlio, ha espresso il desiderio, come fanno molte di tornare a casa, negli Stati Uniti. Tuttavia, la decisione di un giudice federale, che si è schierato al fianco dell'amministrazione di Donald Trump, ieri ha dichiarato che la donna non è da considerare una cittadina americana e ha disposto la sua permanenza in Siria, insieme al bambino piccolo. Si tratta di Hoda Muthana, un'americana di 25 anni, cresciuta nel sobborgo di Hoover, a Birmingham.

Il caso particolare

Secondo quanto riportato dal The Guardian, la donna, proprio recentemente, aveva affermato di essere "profondamente pentita" della scelta fatta cinque anni fa di unirsi alle milizie di Daesh, ma Reggie Walton, il giudice federale di Washington che si è espresso sul caso, si è detto d'accordo con la posizione del governo attuale secondo cui, quando Muthana è venuta al mondo, il padre era ancora un diplomatico. Questo particolare, nel caso specifico, renderebbe inammissibile la cittadinanza della ragazza. L'avvocato della donna che si sta occupando della vicenda, Christina Jump, ha fatto sapere di essere in attesa della lettura della sentenza scritta e che il centro di diritto costituzionale per i musulmani in America, che rappresenta la 25enne in Siria, avrebbe esaminato altre opzioni per farla rientrare.

La posizione di Trump

Gli Stati Uniti garantiscono la cittadinanza americana praticamente a chiunque nasca su suolo americano ed è estremamente difficile revocare questo diritto. Tuttavia, più la storia di Muthana ha iniziato a diffondersi, anche in rete, più il presidente Donald Trump ha insistito nel sostenere che la 25enne dell'Alabama non fosse una cittadina americana e che nessuno le avrebbe permesso, quindi, di tornare. Il segretario di stato americano, Mike Pompeo, in seguito aveva spiegato che il padre della ragazza era stato un diplomatico in rappresentanza dello Yemen alle Nazioni Unite, il che significa che sua figlia, tecnicamente, non è mai stata una cittadina degli Stati Uniti, anche se in Siria ci è arrivata con il passaporto americano.

Quando (e perché) Muthana si è unita a Daesh

L'avvocato di Muthana ha voluto sottolineare che il giudice federale ha basato la sua sentenza sulla questione dell'immunità diplomatica, non su una posizione del capo della Casa Bianca. La 25enne ha affermato di essere stata sottoposta a lavaggio del cervello tramite il suo smartphone da messaggi di propaganda dello Stato islamico e, in più circostanze, ha ribadito di aver cambiato idea sull'ideologia del gruppo di Abu Bakr al-Baghdadi. Una volta arrivata in Siria, Muthana ha sposato tre combattenti, tutti morti in battaglia.

La volontà di tornare in Usa

La 25enne ha dichiarato di essere cambiata e di essere disposta a subire procedimenti giudiziari in America, dove vorrebbe poter rientrare per il bene del figlio di soli due anni. "Chiunque creda in Dio crede che tutti meritino una seconda possibilità, non importa quanto dannosi fossero i loro peccati", avrebbe detto la giovane a Nbc News, in un'intervista rilasciata dal suo campo profughi. Muthana ha poi specificato di non aver mai sostenuto le decapitazioni dei miliziani Isis e ha confermato di non sostenere ora "nessuno dei loro crimini e degli attacchi suicidi".

Attualmente, gli Stati Uniti hanno rimpatriato diversi americani, ma non lei.

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