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Il decollo, poi la picchiata verso il basso: "Tutti morti"

Il 10 marzo 2019 precipitava il volo Ethiopian Airlines diretto a Nairobi, che causò il decesso di 157 persone. "Ancora una volta la Boeing commise gravissimi errori"

Il decollo, poi la picchiata verso il basso: "Tutti morti sull'Ethiopian Airlines

Alle 8.38 del 10 marzo 2019 da Addis Abeba decolla il volo Ethiopian Airlines 302, diretto a Nairobi, Kenya. A bordo sono presenti 157 persone, passeggeri ed equipaggio, tra cui 8 italiani. Pochi minuti dopo il decollo, alle ore 8.44, il velivolo si schianta al suolo, causando il decesso di tutte le persone a bordo. Ma l'incidente in cui rimase coinvolto il Boeing fa scattare immediatamente un tremendo sospetto negli inquirenti.

L’incidente

Il 10 marzo 2019 il Boeing 737 Max 8 della compagnia aerea di bandiera dell'Etiopia, Ethiopian Airlines, decolla dalla pista dell’Aeroporto Internazionale della capitale etiope con a bordo 149 passeggeri di diverse nazionalità, la maggior parte dei quali avrebbero dovuto partecipare alla quarta sessione dell'Assemblea Onu sull'Ambiente. Per questo motivo il disastro aereo del volo 302 verrà ricordato come "la strage dei volontari". L’aeroplano al momento dell’incidente era nuovo di pacca: era stato fabbricato a ottobre 2018, aveva quindi solo quattro mesi di vita. Il 737 Max 8, uno degli ultimi arrivati in casa Boeing, avrebbe dovuto sostituire il Boeing Next Generation. Un minuto dopo la partenza il primo ufficiale comunica, nel panico, alla torre di controllo che il velivolo presenta “problemi di controllo”.

Due minuti più tardi dall’aereo riferiscono che si è attivato l’Mcas, Manoeuvring Characteristics Augmentation System, ovvero un nuovo sistema automatico di gestione del volo, installato su tutti i Boeing 737 Max 8. L’attivazione dell’Mcas guida il muso dell’aereo verso il basso, in picchiata verso il suolo, ma i piloti riescono a riportarlo in quota. Ma i loro sforzi non bastano: il velivolo continua a perdere quota e il sistema di controllo automatico si riattiva, causando un sempre più repentino abbassamento dell’apparecchio. I piloti tentano in tutti i modi di riprendere il controllo del velivolo, disattivando i trim in modo da disabilitare anche il software dell’Mcas e tirando manualmente la cloche. Da alcuni velivoli che erano in ascolto nei pressi del Boeing in difficoltà viene riferito che il capitano aveva chiesto alla torre di controllo di poter salire a quota 3000 metri, per poter avere maggiore spazio di manovra. Purtroppo, dopo sei minuti dal decollo, il volo 302 scompare dai radar e si schianta al suolo alla terrificante velocità di 608 nodi (1.126 chilometri all'ora) in un campo nei pressi della città di Bishoftu.

Le vittime italiane

Subito dopo il disastro sul posto accorrono i vigili del fuoco, la polizia, il personale della Croce Rossa e gli abitanti dei villaggi circostanti, per dare una mano nel recupero dei resti delle vittime. I 149 passeggeri che quello sfortunato giorno si trovavano a bordo del Boeing 737 Max diretto a Nairobi, provenivano da 33 paesi. Tra di loro c’erano anche 8 italiani. L’assessore ai Beni Culturali della Regione Sicilia, Sebastiano Tusa, in volo verso il Kenya per un progetto dell’Unesco, alcuni cooperanti della onlus bergamasca Africa Tremila, Carlo Spini e la moglie Gabriella Vigiani. Vittime dell’incidente anche Matteo Ravasio, tesoriere della onlus e Paolo Dieci, presidente del Cisp, il Comitato internazionale per lo sviluppo dei popoli e rete LinK 2007. E poi Virginia Chimenti e Pilar Buzzetti, giovani funzionarie del World Food Programme delle Nazioni Unite.

Cmitero
Foto d'archivio

Le indagini

L’incidente del volo 302 dell’Ethiopian Airlines sollevò da subito diverse polemiche. Solo cinque mesi prima infatti un velivolo analogo, il Boeing 737 Max 8 della Lion Air, precipitò a largo dell’isola di Giava, in Indonesia. Le cause furono imputate al nuovo sistema di gestione del velivolo introdotto sui Boeing 737 Max, il sistema anti-stallo denominato Mcas. Tra l’11 e il 13 marzo i Boeing dello stesso modello di tutto il mondo vennero messi a terra per motivi di sicurezza, allarmando la Federal Aviation Administration. Era ormai chiaro che nella punta di diamante della Boeing qualcosa non funzionasse a dovere. A occuparsi delle indagini del volo 302 fu l'Autorità etiope per l'Aviazione civile, coadiuvata dal National Transportation Safety Board e dalla Federal Aviation Administration.

Dal primo rapporto preliminare, stilato il 4 aprile 2019 emerse che il sensore sinistro dell'indicatore dell'angolo di attacco inviò “dati di assetto incongruenti”, che portarono il controllo automatico del volo a spingere il muso del velivolo in picchiata verso il basso. I piloti cercarono ripetutamente, come nell’incidente occorso al volo Lion Air, di riprendere in mano i comandi dell’aeroplano, ma invano. Le indagini rilevarono che i due incidenti erano da imputare entrambi al sistema di gestione del velivolo, additando anche nel caso del volo Ethiopian 302 la Boeing come responsabile del disastro. A conclusione della indagini, il 10 marzo 2020, a un anno esatto dall’incidente, il rapporto finale delle autorità etiopi stabilirono che i piloti non erano stati “adeguatamente formati” dalla compagnia aerea a gestire il sistema di controllo automatico dei Boeing 737 Max.

Vennero riscontrati una serie di errori e irregolarità sia da parte della Boeing che della Faa, che causarono i due gravi incidenti in Etiopia e in Indonesia. "Boeing ha fallito nella progettazione e nello sviluppo del 737 Max e la Faa ha fallito nella supervisione di Boeing e nella certificazione dell'aeromobile”, si legge su Il Sole 24 ore. Il rapporto continua evidenziando che gli incidenti “sono stati l'orribile culmine di una serie di presupposti tecnici errati da parte degli ingegneri della Boeing, una mancanza di trasparenza da parte del management di Boeing e una supervisione grossolanamente insufficiente da parte della Faa”.

Il Boeing 737 Max 8 ha ripreso a solcare i cieli a gennaio 2021, dopo uno stop per riprogettare il sistema Mcas di controllo automatico di volo.

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