Sudafrica, allarme circoncisione: nel 2015 14 morti e 141 feriti

Nel Paese resta diffusa la circoncisione come momento di passaggio all'età adulta. Dietro un business clandestino di "maestri cerimonieri" coperti dai leader tradizionali

Sudafrica, allarme circoncisione: nel 2015 14 morti e 141 feriti

Sono migliaia gli adolescenti del popolo Xhosa, in Sud Africa, che ogni anno, col corpo cosparso di argilla bianca e avvolti in coperte di lana, si dirigono sulle montagne della provincia dell'Eastern Cape, per effettuare il rituale di passaggio dall'adolescenza all'età adulta. Un pratica che prevede per i giovani la circoncisione e poi l'isolamento per diverse settimane.

Questa cerimonia, tuttavia, continua a mietere vittime e feriti gravi. Le autorità della provincia hanno infatti diramato la notizia, tramite i media locali, che nel mese di giugno 14 ragazzi sono morti a causa dell'intervento e 141 sono ricoverati in ospedale.

Si tratta di una tradizione da sempre motivo di polemiche nell'opinione pubblica. Lo stesso Nelson Mandela, nella sua biografia “Il lungo cammino verso la libertà”, racconta il dolore provato al momento del rituale, che per lui avvenne all'età di sedici anni, paragonando il cerimoniale a un colpo di pistola sparato nelle vene. Ma, nonostante i tentativi di rendere la pratica sicura da un punto di vista medico, le operazioni tradizionali proseguono con conseguenze tragiche.

«Molti dei ragazzi feriti soffrono di disidratazione, polmonite, infezioni del pene e cancrene», ha spiegato Sizwe Kupelo, portavoce del ministro della sanità nell'Eastern Cape. Da un lato, quindi, c'è il dramma sanitario, dall'altro, poi, come emerge attraverso la stampa sudafricana, un vero e proprio business mortale. Diversi infatti sono coloro che si dichiarano maestri e, senza alcuna qualifica medica e misura igienica, effettuano circoncisioni per 1500 rand (110€), facendo di un rituale iniziatico, radicato nella cultura, un' attività lucrativa e letale.

In Sudafrica ogni anno si verifica quindi una tragedia di così grave portata che anche la medicina specifica ha dovuto appositamente evolversi per contrastarla. A marzo, infatti, un ragazzo rimasto vittima a 18 anni di un'amputazione causata da una circoncisione, è stato il primo paziente della storia a subire un trapianto di pene.

Dunque, nello stesso Paese in cui nel '67 avveniva il primo trapianto di cuore della storia, oggi sono in aumento gli interventi per soccorrere le vittime di pratiche improvvisate. Ma, allo stesso tempo, in aumento è anche la speranza, a livello globale, che abbiano termine quelle operazioni artigianali definite nel 2013 da Sizwe Kupelo «una via verso un genocidio di giovani sudafricani».

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