Fino a oggi soltanto qualcuno si era azzardato a chiedere il carcere per i due giornalisti che svelarono sulla stampa turca la spedizioni di armi e munizioni attraverso il confine in siriano. Un carico che con tutta probabilità è poi finito ai jihadisti del sedicente Stato islamico o comunque di certo a forze dell'opposizione in armi, e un'inchiesta che a Recep Tayyip Erdoğan non era piaciuta per nulla.
Can Dundar, direttore della testata d'opposizione laica Cumhuriyet ed Erdem Gul, caporedattore dello stesso quotidiano, che aveva lanciato lo scoop e le pesanti accuse contro la Turchia, sono ora a processo per quel servizio giornalistico e rischiano di trascorrere in carcere il resto della loro vita.
Le accuse contro i due del Cumhuriyet sono estremamente pesanti: spionaggio e propaganda terroristica. È lo stesso quotidiano a scriverne, spiegando che oggi si sono concluse le indagini a carico di Dundar e Gul, che da due mesi attendono in carcere di conoscere il loro destino.
I giornalisti hanno "pubblicato documenti sui quali vigeva il segreto di Stato per motivi sia politici che militari" e "diffuso informazioni che sarebbero dovute rimanere segrete".
Ma la procura parla anche di "sostegno a organizzazione terroristica", un capo d'imputazione che non è chiaro in che modo possa c'entrare con la vicenda dei due.Servirà il via libera del tribunale prima che il processo possa iniziare. Intanto Dundar e Gul attendono in carcere.
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