Erano oltre due settimane che la sua figura non compariva più in pubblico, al punto che le opposizioni del Paese avevano già negli scorsi giorni richiesto ripetutamente e a gran voce spiegazioni sul suo stato di salute. Nella giornata di ieri, però, è arrivata la conferma. Il presidente della Tanzania, John Magufuli, è stato dichiarato ufficialmente morto e a renderlo noto è stato il vicepresidente Samia Suluhu Hassan.
Con la sua morte, in Tanzania adesso si apre un oscuro vuoto politico, complicato sia dalla crisi causata dalla pandemia sia dal clima di sfiducia che si è generato nei confronti della dirigenza del Paese. Soprattutto, perché dietro alla morte di Magufuli (dovuta a complicazioni respiratorie, anche se il coronavirus ancora non è stato pubblicamente ufficializzato) c'è ben molto altro.
Per battere la pandemia sono sufficienti tanto pane e tante preghiere
Come in altri Paesi dell'Africa orientale, nell'ultimo anno le misure di contrasto e di prevenzione alla pandemia non sono state sufficienti per contrastare l'entità della problematica. Ma se ciò fosse dovuto solamente alle scarse potenzialità economiche, la morte di Magufuli non avrebbe rischiato di smuovere il polverone che potrebbe verificarsi nel Paese nei prossimi giorni.
Sì, perché sin dallo scoppio della pandemia il presidente della Tanzania ha sempre negato l'esistenza di un vero e proprio problema legato alla pandemia di coronavirus. O, almeno, nessun problema aggiuntivo rispetto a una qualsiasi canonica influenza, consigliando al suo popolo come cura "tanto pane e tante preghiere".
Nel frattempo il presidente è comparso per settimane. Poche le informazioni sul suo stato di salute. Di recente si è saputo di un volo misterioso, di nascosto, a Nairobi, nella speranza che la migliore sanità keniota potesse salvargli la vita.
Magufuli, il leader del negazionismo africano
Non è completamente chiaro in realtà perché in Africa il negazionismo della pandemia a livello politico sia così diffuso. Si possono fare solamente delle supposizioni, che spaziano dalla necessità di non rendere instabili gli animi della popolazioni a quella di non bloccare i già deboli substrati economici locali, sino alle quasi assenti disponibilità economiche per acquistare presidi medici, cure e vaccini.
Ad ogni modo, Magufuli può essere considerato uno dei mentori del negazionismo africano. Uno tra i primi, ad esempio, a sposare l'acquisto ingente della "pozione magica" malgascia che con il suo infuso di erbe naturali del Madagascar sarebbe stata la "cura africana per il coronavirus". E uno tra i primi, anche, a consigliare alla sua popolazione di non modificare le proprie abitudini di vita e continuare come nulla fosse. Perché il Covid era la "punizione", o comunque la malattia, propria solamente dei Paesi industrializzati e di coloro che per tanti anni avrebbero fatto il male dell'Africa.
Una malattia, il coronavirus, si pericolosa ma innoqua con una buona alimentazione e tante preghiere alla spalle. Frase anche infelice se si pensa a come la Tanzania abbia i tassi di malnutrizione tra i più alti mondo, ma che comunque è stata la chiave di prevenzione fornita da "bulldozer" - così definito per via delle sue maniere autoritarie.
Si apre uno scenario di incertezza in Tanzania
Nonostante le autorità tanzane abbiano più di una volta riferito che l'assenza di Magufuli fosse dovuta esclusivamente al "profondo impegno" per le cause del popolo, era chiaro che qualcosa non tornasse. Sin dalla sua prima salita al potere, il presidente non era mai stato così a lungo senza farsi vedere. E nemmeno le crescenti richieste di spiegazione da parte dei capi dell'opposizione erano riusciti a portare a delle spiegazioni. Ma con la sua morte, nonostante non si sia parlato fino ad adesso (da parte delle autorità) di Covid-19, tutti sono dovuti tornare sui propri passi, a partire dall'ex vicepresidente e attuale presidente ad interim.
Il supporto fornito sia dal vicepresidente che dal governo della Tanzania al defunto presidente Magufuli adesso rischia però di essere un boomerang nei confronti della loro credibilità politica.
La conferma della morte per Covid-19 avvenuta infine in un ospedale della capitale Dar es Salaam, a questo punto difficilmente negabile, aprirebbe infatti alla totale sfiducia non soltanto delle opposizioni ma anche della popolazione. E senza l'appoggio popolare, ed anzi con il rischio di una escalation delle proteste pubbliche, la situazione in Tanzania potrebbe ben presto sfuggire di mano, aprendo a scenari di instabilità molto pericolosi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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