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Il terremoto che scuote l'Asia: Cina e India senza carbone ed elettricità

La crisi energetica sta per lasciare al buio Nuova Delhi, dove cinque centrali elettriche a carbone sono rimaste a secco di risorse. Problemi anche in Cina

Il terremoto che scuote l'Asia: Cina e India senza carbone ed elettricità

Mentre Greta Thunberg i suoi adepti continuano a puntare il dito contro l'Occidente, colpevole di starsene con le mani in mano mentre il mondo intero è travolto dai danni del riscaldamento globale, l'Oriente è seduto su una bomba ad orologeria pronta ad esplodere da un momento all'altro. La crisi energetica sta per lasciare letteralmente al buio Nuova Delhi, capitale dell'India, dove le cinque più grandi centrali elettriche a carbone sono rimaste a secco di risorse. Qualche migliaio di chilometri più a oriente, sempre a causa della crisi energetica, la Cina ha ordinato alle miniere di carbone di incrementare la produzione. Va da sé che le misure che hanno intrapreso – o che comunque intraprenderanno – i due giganti asiatici avranno inevitabili ripercussioni anche nel resto del pianeta. Con buona pace di Greta e dei gretini, ancora non pervenuti nelle strade di Nuova Delhi e Pechino.

Nuova Delhi a rischio blackout

Il primo ministro di Nuova Delhi ha lanciato l'allarme. Cinque centrali elettriche a carbone che servono il territorio e la capitale hanno scorte di carbone bassissime. Scendendo nel dettaglio, una non ha più carbone, mentre le altre due ne hanno a sufficienza per operare regolarmente giusto nelle prossime 24 ore. Le autorità della capitale indiana hanno quindi chiesto l'intervento del premier Narendra Modi, che dovrà sciogliere un nodo spinosissimo. Il governo centrale, in attesa di risolvere il problema, garantirà l'approvvigionamento di gas alle centrali finite nell'occhio del ciclone.

Delhi si unisce a una lunga fila di stati indiani, tra cui Tamil Nadu e Odisha, che hanno sollevato preoccupazioni per le lunghe interruzioni di corrente dovute alla carenza di carbone nelle centrali elettriche. Secondo quanto riportato da Reuters, oltre la metà delle 135 centrali elettriche a carbone dell'India, che in totale forniscono circa il 70% dell'elettricità del Paese, avrebbero scorte inferiori a tre giorni. "Se l'offerta di carbone non migliora, ci sarà un blackout a Delhi tra due giorni", ha spiegato il ministro dell'Energia della capitale, Satyendra Jain, come riferito da Ndtv.

In Cina aumenta la produzione di carbone

In Cina, l'arrivo dell'inverno (in molte aree per riscaldarsi si usa il carbone) e la crisi energetica (che minaccia di rallentare l'economia nazionale) spaventano il governo. Pechino ha ordinato in fretta e furia alle miniere di carbone di aumentare la produzione. Il Consiglio di Stato, presieduto dal premier Li Keqiang, ha annunciato una serie di misure, tra cui un'accelerazione nella costruzione di nuove miniere e rinvii fiscali temporanei per le centrali elettriche a carbone.

La carenza di energia interessa una ventina di province, e ha costretto il governo a razionare l'elettricità nelle ore di punta e alcune fabbriche a sospendere la produzione. Nel documento diffuso al termine della riunione si legge che le miniere di carbone a cielo aperto saranno incoraggiate a entrare in funzione e a funzionare a pieno regime a un ritmo più rapido, mentre le miniere di carbone che hanno cessato l'attività per problemi rilevati saranno aiutate a far avanzare il processo di rettifica ai sensi di leggi e regolamenti e riprendere la produzione il prima possibile.

"Le autorità interessate devono dare la priorità al trasporto del carbone per garantire che venga inviato dove è più necessario in modo tempestivo", ha concluso il documento, sottolineando come la fornitura di elettricità e carbone sia fondamentale per la vita delle persone e per una performance economica stabile. "Garantire la sicurezza energetica e mantenere stabili le catene industriali e di approvvigionamento sono tra le ree prioritarie in cui sono necessarie protezioni. Dobbiamo affrontare questo problema da una prospettiva macro generale. Non ci deve essere alcun rallentamento nei nostri sforzi", ha concluso il premier Li.

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