Il presidente americano Donald Trump si è ultimamente sbilanciato su quello che sarà il numero totale di decessi da coronavirus negli Starti Uniti. Secondo lui, le vittime, alla fine dell’epidemia, non supereranno la soglia delle 65mila unità, scagliandosi di conseguenza contro le stime raccapriccianti circolate in questi giorni, che fissavano ad almeno 100mila morti il tributo di sangue che gli Usa avrebbero pagato al Covid. Ad oggi, i contagi accertati in territorio americano sono oltre 700mila, con 33.286 persone passate a miglior vita.
La previsione del tycoon sul numero finale di decessi è stata da lui fornita, fa sapere oggi Dagospia citando Rai News, nel corso di una conferenza-stampa alla Casa Bianca. Il leader repubblicano ha infatti assicurato che le vittime americane del morbo saranno “circa 60-65 mila”, ossia numeri molto più bassi di quelli messi in evidenza di recente dagli esperti. Secondo le stime incriminate, il totale dei morti da coronavirus negli Usa sarebbe stato pari a una cifra agghiacciante: tra i 100 mila e i 240 mila.
Dopo avere rigettato le previsioni in questione ed esposto la sua profezia sulla conta dei decessi, Trump ha affermato, rimarca il sito creato da Roberto D’Agostino, che gli Stati Uniti avrebbero fatto finora “più test pro capite per il coronavirus di qualsiasi altro Paese, anche della Corea del Sud”. I tamponi analizzati in territorio americano, ha sostenuto The Donald, sarebbero stati infatti 3,78 milioni, smentendo così le "voci molto faziose tra i media e i politici” che avevano lamentato carenze da parte di Washington sul fronte dello screening della popolazione.
Il tycoon, dopo avere descritto l’enorme sforzo messo in campo dalla sua amministrazione sul piano dei tamponi, ha rivelato che le autorità sanitarie federali punterebbero a incrementare il numero di cittadini sottoposti a esami anti-Covid e che, per conseguire tale obiettivo, sarebbero pronte a effettuare un milione di nuovi test diagnostici alla settimana.
L’inquilino della Casa Bianca è quindi passato ad attaccare le restrizioni deliberate contro il coronavirus da alcuni governatori statali democratici, denunciandone l’eccessiva durezza e schierandosi al fianco di coloro che, in Minnesota, Michigan e Virginia, sono scesi in questi giorni in piazza per invocare la fine del lockdown in quelle entità federate.
Il briefing del presidente con la stampa, riporta il portale web italiano, si è quindi concluso con Trump che ha garantito l’aiuto della sua amministrazione a beneficio del Messico nella lotta all’epidemia, promettendo al Paese ispanico moderni respiratori, e che, contestualmente, ha sollecitato una rapida ripresa dell’attività politica americana, comizi compresi.
Il commander-in-chief, riferisce Dagospia, ha infine precisato che pronuncerà il discorso di apertura della cerimonia di consegna delle lauree
in programma presso l’accademia militare di West Point, lasciando di conseguenza intendere che tale appuntamento ufficiale avrà luogo nel celebre istituto di formazione nonostante i divieti anti-contagio.
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