Tunisia, presidente Essebsi apre alla parità di genere nel diritto ereditario

Il capo di Stato tunisino annuncia una proposta di legge che prevede l'uguaglianza uomo-donna nei diritti di eredità. Ma l’ultima parola spetta al Parlamento

Tunisia, presidente Essebsi apre alla parità di genere nel diritto ereditario

Ha il sapore del progresso l’annuncio del presidente della Repubblica Beji Caid Essebsi: in Tunisia i tempi sono maturi per portare in Parlamento la questione della parità tra uomo e donna nel diritto ereditario.

L’occasione è la Festa nazionale della donna, nonché il 62esimo anniversario dell'entrata in vigore del Codice sullo statuto della persona, che nel 1956 ha segnato una tappa fondamentale nel percorso verso l’uguaglianza tra uomini e donne abolendo il matrimonio poligamico nonché qualsiasi riferimento all’obbedienza che la moglie deve al marito, e introducendo la possibilità di ricorrere all’aborto e al divorzio.

Diverse migliaia di persone, di cui almeno un terzo uomini, hanno raccolto l'appello dell'Associazione tunisina delle donne democratiche, e hanno manifestato a sostegno della proposta di legge di fronte al Teatro comunale di Avenue Habib Bourguiba, a Tunisi.

La proposta raccoglie quanto contenuto nel 12 giugno scorso nel rapporto del Colibe, la Commissione per le libertà individuali e l’uguaglianza, incaricata di elaborare ogni anno un resoconto delle riforme legislative in materia di libertà individuali e uguaglianza, conformemente alla Costituzione del 27 gennaio 2014 e agli standard internazionali sui diritti umani.

Il capo dello Stato, tuttavia, ha precisato che "questo nuovo progetto di legge lascia la libertà a quelli che si oppongono alla parità dell’eredità e vogliono applicare il testo religioso".

Un compromesso che tiene conto della durissima reazione da parte dei conservatori alla pubblicazione del rapporto. La settimana scorsa alcuni imam sono scesi in diverse città tunisine per protestare contro il Colibe, mentre altri ne hanno fatto oggetto della loro predicazione del venerdì mettendone sotto accusa il presidente, l'avvocato e attivista Bouchra Ben Hamida.

Si preannuncia, dunque, uno scontro serrato in Parlamento tra sostenitori e oppositori del disegno di legge: la portavoce della presidenza tunisina Saida Garrach ha già fatto sapere che il partito islamico Ennahda ha inviato una lettera a Essebsi in cui respinge fermamente la proposta.

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