Operazione dei turchi in Siria per "spostare" mausoleo in pericolo

Nella notte le truppe hanno messo in sicurezza i resti di Suleyman Shah, antenato del fondatore dell'impero ottomano, e fatto saltare la tomba

Operazione dei turchi in Siria per "spostare" mausoleo in pericolo

Si sono mossi nella notte, con l'obiettivo di evacuare le guardie di un mausoleo in un enclave in territorio siriano e portare via i resti contenuti. Le truppe turche hanno lanciato un'operazione con il favore delle tenebre, per portare via gli uomini assediati alla tomba di Suleyman Shah, nonno di Osman I, fondatore dell'impero ottomano.

Un lungo corteo di mezzi militari ha oltrepassato il confine tra Turchia e Siria nell'area di Kobane, la città teatro di una lunga resistenza da parte dei combattenti curdi, accerchiati dalle truppe del sedicente Stato islamico. Hanno raggiunto la tomba e l'hanno fatta saltare dopo avere recuperato i resti, muovendo poi di nuovo verso il confine con i quasi quaranta soldati che difendevano l'enclave.

L'azione turca e la ritirata dal mausoleo ha un significato da non trascurare. Il terreno su cui si trova la tomba di Suleyman, a una quarantina di chilometri dal confine, è dagli anni Venti un possedimento turco oltre confine, uno statuto speciale concesso allora dai francesi.

Un comunicato pubblicato sul sito del ministero degli Esteri turco ha ricordato come negli anni il mausoleo sia già stato spostato in passato, quando negli anni Settanta fu costruita una diga nell'area. Nelle operazioni di questa sarebbe morto un soldato, ma non ci sono molti dettagli.

Il primo ministro, Ahmet Davutoglu, ha confermato in conferenza stampa quanto accaduto, sottolineando che non ha chiesto a Damasco il permesso di entrare in azione, poiché considera il territorio della tomba suolo turco. Nell'operazione - ha detto - sono stati coinvolti decine di mezzi, compresi drone e aerei da ricognizione.

Stizzita la reazione

della Siria che ha detto di considerare i fatti una "palese aggressione". La versione di Damasco è che il consolato a Istanbul sapesse dell'intenzione di portare in salvo i soldati, ma che non è stato atteso il via libera.

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