Tutto quello che non vi dicono: la verità su Trump e le elezioni

Tutti puntano il dito contro le mancanze di Trump, ma si scordano delle tante ombre della famiglia Biden...

Tutto quello che non vi dicono: la verità su Trump e le elezioni

A pochi giorni dal voto negli Usa è necessario analizzare quanto fatto dal presidente Donald Trump negli ultimi anni, in particolare, facendo riferimento a certi rumors relativi all’attività del tycoon e la totale inattività della sua società in Cina. Ci si domanda: o la società era inattiva e quindi non doveva pagare alcuna imposta oppure, se si fa riferimento a tasse pagate su un presunto imponibile, si deve dedurre che sia stato generato un reddito al netto delle spese. Dove sta lo scandalo o la notizia sensazionale?

È inoltre a dir poco specioso tornare sull’argomento delle poche tasse pagate dal presidente negli Usa quando è arcinoto, almeno a quella parte dei lettori più attenta e correttamente informata, che le tasse dovute prima delle deduzioni (come previsto dalla legislazione fiscale del Paese), sarebbero state pari a qualche decina di milioni di dollari. È doveroso aggiungere che, contemporaneamente, erano state pagate tasse locali e sulle proprietà di svariati milioni. La ricerca a tutti i costi dello scandalo è disarmante e sintomatica di un accanimento aprioristico contro Trump, sin dal giorno della sua elezione.

In questi giorni, inoltre, non si fa mai riferimento al contenuto delle mail del figlio di Biden, ai suoi presunti illeciti affari in Cina, Russia, Ucraina e Kazakistan, che coinvolgerebbero lo stesso candidato Joe Biden. Ancora una volta, sembrerebbe sfuggire all’attenzione dei media che le mail in questione sarebbero in possesso dell’Fbi sin dal 2019 in seguito dell’acquisizione del computer portatile e dell’hard drive del figlio di Biden, che era stato abbandonato dallo stesso presso un negozio di riparazione di materiale informatico.

Andrebbe sottolineato che, anche su pressione di rappresentanti Repubblicani del Congresso, è stata aperta un’inchiesta per presunto reato di riciclaggio di denaro sporco, compiuto in Ucraina, Russia, Kazakistan e Cina. Il contenuto di alcune delle mail rinvenute farebbe anche chiaro riferimento alla richiesta di accesso all’allora vice presidente Biden che, malgrado il suo diniego, avrebbe incontrato presso la Casa Bianca alcuni esponenti di quei Paesi, come testimoniano evidenze documentali raccolte e riportate, unitamente alle altre notizie da me qui riferite, dall’emittente Fox News e dal New York Pos.

A supporto dei fatti qui riportati vi è ora una testimonianza di un ex-socio in affari dei Biden, Anthony Bobulinsky che ha rivelato alla Fox News evidenze di collusioni ed affari illeciti da parte del ‘clan Biden’ e di aver incontrato Joe (circostanza però negata dal diretto interessato), due volte in merito agli affari della società in cui erano soci il figlio Hunter Biden ed il fratello di Biden Sr, James Biden.

L’Fbi ed il Dipartimento di Giustizia hanno respinto l’ipotesi avanzata da esponenti Democratici attraverso la Cnn ed il Nyt, che la diffusione delle notizie su Biden e figlio fossero frutto di una campagna di disinformazione russa, nell’ennesimo disperato tentativo di alcuni esponenti Democratici, (Adam Schiff in primis), di disconoscere le evidenze già in possesso degli inquirenti e di disinformare gli elettori. Altro particolare di rilevanza mediatica sarebbe a mio avviso, la notizia che i due soci in affari del figlio di Biden sarebbero stati dichiarati colpevoli di frode e di sospetto riciclaggio. Nei confronti del primo è già stata emessa una sentenza e disposta la carcerazione mentre il secondo è in attesa della sentenza carceraria.

I due candidati non rappresentano quanto di meglio la politica americana possa offrire al proprio elettorato.

C’è tuttavia una fetta non insignificante dell’elettorato, (pressoché ignorata o ridicolizzata dai media ‘liberal), che include la cosiddetta ‘maggioranza silenziosa’ ed una parte degli indipendenti, le cui scelte ed aspettative (anche non condividendo alcuni tratti della personalità del presidente in carica), mirano a preservare i risultati finora conseguiti dal Paese, in ossequio ad una dottrina che sin dal dopoguerra si è basata sulla meritocrazia, il libero mercato e la libera impresa e lo Stato di diritto e che non è disposta a cambiamenti radicali.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica