Guerra in Ucraina

Ucraina, anche il rabbino capo di Mosca scappa dalla Russia: "Pressioni per sostenere il conflitto"

Pinchas Goldschmidt, rabbino capo di Mosca, nella notte è scappato dalla Russia dopo aver ricevuto pressioni per prendere posizione a favore del conflitto in Ucraina

Ucraina, anche il rabbino capo di Mosca scappa dalla Russia: "Pressioni per sostenere il conflitto"

La notizia più eclatante sulla guerra in Ucraina nella notte è arrivata da Mosca. Il rabbino capo della capitale russa, Pinchas Goldschmidt, ha lasciato il Paese. Il motivo risiederebbe nel fatto che il massimo rappresentante della comunità ebraica avrebbe ricevuto pressioni da parte delle autorità per prendere pubblicamente posizione a favore della guerra in Ucraina. Una presa di posizione però che non è mai arrivata.

A rivelarlo è stata su Twitter la nuora del rabbino, Avital Chizhik-Goldschmidt, giornalista residente negli Stati Uniti. In un post, la cronista ha spiegato che il rabbino capo di Mosca ha ricevuto forti pressioni e ha preferito lasciare il Paese. Un gesto che, in seno alla comunità ebraica russa e non solo, potrebbe avere importanti ripercussioni.

La situazione a Severodonetsk

Sul fronte militare, l'attenzione si è spostata da Severodonetsk a Lysychansk. La distanza tra le due città è breve e anche il loro destino potrebbe essere comune. Quello cioè di diventare il fronte più caldo della guerra in Ucraina. Nella notte e nelle ultime ore sono arrivate nuove notizie dall'oblast di Lugansk, quello dove sono situate le due cittadine nel mirino di Mosca.

In particolare, secondo il governatore di Lugansk Sergj Hayday, i russi starebbero bombardando sistematicamente Lysychansk. “Stanno attuando – ha dichiarato nella serata di ieri – la strategia della terra bruciata, stanno devastando la città”. I soldati del Cremlino, aiutati dai separatisti dell'autoproclamata Repubblica popolare di Lugansk, stanno colpendo Lysychansk in quanto situata su una piccola altura.

Questo determina, per chi ha in mano il suo territorio, il controllo del fuoco sulla zona circostante, compresa Severodonestk. Le recenti difficoltà russe in quest'ultima città, vero attuale obiettivo strategico per il Cremlino, sono in gran parte dipese proprio dal mancato controllo di Lysychansk. È verosimile quindi che anche i futuri report dalla regione di Lugansk arriveranno soprattutto da qui. Intanto all'interno di Severodonetsk preoccupa la situazione nell'impianto chimico Azot, lì dove sarebbero bloccati almeno 800 civili che avevano qui trovato rifugio dai combattimenti.

Nella notte, a livello di avanzamenti territoriali da parte dei due schieramenti, non sono emerse comunque grandi novità. L'avanzata russa appare rallentata ma sempre attiva, con gli ucraini hanno da un lato rivendicato la possibilità di arginare le forze di Mosca, dall'altro ammesso che al momento la situazione è molto variabile e potrebbe mutare ora dopo ora, in un verso o nell'altro.

Le novità dal resto del Donbass

Battaglie in corso anche su altri fronti del Donbass. A partire da Popasna, dove ucraini e russi si fronteggiano dopo l'avanzata delle truppe del Cremlino nelle scorse settimane in quest'area situata nell'oblast di Donetsk. Una regione, quest'ultima, che secondo il ministro della Difesa russo Sergej Shoigu sarebbe “al 70% controllata da Mosca”.

Da Lyman invece nella notte sono arrivate notizie di scambi di colpi di artiglieria tra le due parti, senza però significative novità. È probabile che i russi stiano solidificando le posizioni conquistate a nord del fiume Seversky Donetsk nei giorni scorsi. Da qui poi potrebbero puntare verso Slovjansk, altra città importante del Donbass.

Nella notte poi non sono mancati nuovi allarmi aerei in varie regioni del Paese, anche nelle regioni occidentali e nella stessa capitale Kiev. Nuovi raid poi sono stati segnalati nella regione di Kharkiv, l'unica dove la controffensiva ucraina ha permesso un allontanamento dei russi, al di fuori ovviamente della regione di Kiev.

Le truppe di Mosca sono più lontane dal cuore della seconda città del Paese, ma si continuano a bombardare villaggi e località limitrofe.

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