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Uk, fallisce la compagnia Thomas Cook: Londra deve ora rimpatriare 165mila turisti inglesi

Il blocco degli aerei di Thomas Cook rischia di laciare a terra anche i turisti presenti negli alberghi italiani, tra cui 200 soggiornanti in Sicilia

Uk, fallisce la compagnia Thomas Cook: Londra deve ora rimpatriare 165mila turisti inglesi

Il tour operator britannico Thomas Cook, con alle spalle 178 anni di storia, ha dichiarato bancarotta, determinando di conseguenza l’avvio della procedura di liquidazione del proprio patrimonio.

Il colosso dei viaggi, fondato nel 1841 per incoraggiare le gite fuori porta dei sudditi di Sua Maestà, non è infatti riuscito a procacciarsi i circa 200 milioni di sterline necessari a scongiurare il proprio fallimento. Il gruppo londinese aveva già ricevuto il mese scorso, al fine di sopperire momentaneamente alle proprie difficoltà finanziarie, un’importante iniezione di liquidità da parte della società cinese Fosun Tourism Group. Quest’ultima, offrendo a Thomas Cook ben 450 milioni di sterline e promettendo di sborsare successivamente una cifra analoga, si era accaparrata il 75% della divisione operativa del tour operator e il 25% della sua compagnia aerea ufficiale, divenendo di conseguenza il principale azionista dell’azienda britannica.

Nonostante l’esborso considerevole da parte della sigla orientale, il mancato reperimento di quei 200 milioni di sterline ha compromesso in maniera irrimediabile la sopravvivenza del quasi centenario marchio inglese. Con il fallimento di Thomas Cook, i suoi 21mila impiegati, di cui 9mila presenti nel Regno Unito e i restanti sparsi in 16 diversi Paesi, rischiano di perdere il posto di lavoro.

La fine dello storico tour operator, riporta la Cnn, è stata ufficializzata dallo stesso tramite un comunicato-stampa, che chiarisce: “Nonostante gli sforzi considerevoli, le discussioni tra le diverse parti interessate del gruppo e le nuove fonti di possibili finanziamento non siamo arrivati a un accordo, quindi il consiglio ha concluso che non aveva altra scelta che prendere provvedimenti per entrare in liquidazione con effetto immediato".

Il fallimento di Thomas Cook e la cessazione immediata delle attività della sua linea aerea hanno fatto quindi emergere la questione della sorte dei circa 600.000 turisti, di cui 165mila cittadini britannici e 10mila francesi, che si trovano attualmente fuori dai confini nazionali per avere approfittato, fino a poche settimane fa, delle offerte-vacanza pubblicizzate dalla compagnia appena entrata in liquidazione. Di conseguenza, le autorità britanniche hanno messo a punto quella che la Bbc e gli altri media del Regno hanno definito come “la maggiore operazione di rimpatrio mai fatta in tempo di pace”. Il nome in codice del piano straordinario di rientro dei sudditi di Sua Maestà presenti attualmente all’estero è ’Projetc Matterhorn’ e sarà gestito dall’autorità nazionale per l’aviazione civile.

Il governo di Londra, per bocca del ministro degli Esteri Dominic Raab, ha reagito con queste parole alla fine dell’azienda nata nel 1841: “È un momento di forte preoccupazione per il personale e i clienti di Thomas Cook. Il più grande rimpatrio in tempo di pace nella storia del Regno Unito ora riporterà le persone a casa. Lo staff del Foreign Office nel Regno Unito e all’estero lavora ininterrottamente con l’Autorità per l’aviazione civile britannica e il ministero dei Trasporti”.

Il crac di Thomas Cook sta intanto causando ripercussioni anche ai danni dei turisti presenti attualmente negli alberghi italiani.

Secondo il quotidiano romano Il Tempo, che cita l’agenzia di stampa AdnKronos, la notizia dell’interruzione dei collegamenti aerei finora assicurati dall’azienda londinese ha subito generato il panico tra gli ospiti stranieri che, avendo sottoscritto i pacchetti-vacanze pubblicizzati dall’ormai fallito gruppo Thomas Cook, stavano trascorrendo momenti di relax negli hotel del Belpaese. In particolare, lo stop ai voli gestiti dal marchio britannico rischia di lasciare a terra centinaia di persone soggiornanti nelle strutture ricettive della Sicilia.

In base alla notizia battuta dall’agenzia di informazione e rilanciata dai quotidiani italiani, quasi 200 individui, per colpa della cessazione del servizio aereo di Thomas Cook, sarebbero bloccati in un albergo situato nel sudest dell’isola, il Sentido Acacia Marina, nei pressi di Marina di Ragusa. All’indomani della bancarotta del tour operator di Sua Maestà, i turisti stranieri soggiornanti nel resort, per lo più di nazionalità britannica, tedesca e francese, sono stati appunto colti da un disorientamento totale.

Una testimonianza dello spaesamento dei vacanzieri è stata fornita alle emittenti locali da un membro dello staff dell’albergo, che ha affermato: "Stiamo aspettando istruzioni, abbiamo sentito la notizia attraverso i media".

Il dipendente ha poi rimarcato il fatto che i turisti rimasti bloccati “non sono arrabbiati”, ma ha contestualmente denunciato l’assenza di qualsiasi informazione da parte di chi di dovere su come affrontare tale imprevisto.

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