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Un'altra nave fantasma dalla Corea del Nord: a bordo resti umani

A bordo sono stati trovati sette cadaveri in avanzato stato di decomposizione. Scheletri, e due teste umane. L'ennesima "nave fantasma" era alla deriva verso sulle coste dell'isola giapponese di Sado

Un'altra nave fantasma dalla Corea del Nord: a bordo resti umani

Ancora una "nave fantasma" dalla Corea del Nord. In condizione prossime all'affondamento, il natante custodiva a bordo cinque cadaveri e due teste umane. Secondo le autorità giapponesi, che l'hanno intercettata al largo dell'isola di Sado: "Erano in mare da settimane". I resti dell'equipaggio erano in parte scheletri.

In mare da settimane, forse mesi, a cercare pesce al di fuori delle acque territoriali di Pyongyang, su vecchie navi in legno, con motori antiquati e senza gps, in balia delle forti correnti. Sarebbe questa l'ipotesi più plausibile, per cercare di risolvere l'ennesimo "giallo" delle navi fantasma, che navigando senza meta con dei cadavere a bordo, finiscono col raggiungere le coste occidentali del Giappone. Provocando l'inquietudine di chi vi si imbatte.

A suggerirlo, sono le scritte presenti su quel che resta dell'imbarcazione, ma nonostante questo chiaro indizio e la consuetudine che ha visto negli ultimi anni almeno un centinaio di "casi" di imbarcazioni di pescatori - o disertori - provenire dalla penisola coreana, una nuova indagine è stata aperta dalla polizia della prefettura di Niigata. Nessuna conferma potrebbe giungere infatti da Pyongyang, che non ha alcun canale diplomatico "attivo" con Tokyo, e che di certo non ammetterebbe né delle eventuali fughe dal regime "via mare", per sfuggire alle dure condizioni di vita e alla povertà della repubblica socialista presieduta dal Maresciallo Kim Jong-Un; né avvalorerebbe le voci che collegano la sorte di queste navi fantasma alla disperata ricerca di pesce, per "sfamare" la popolazione nordcoreana con granchi reali, calamari e pesci sabbia da pescare in alto mare.

Di solito le navi fantasma alla deriva, o quel che ne resta, giungono prive d'equipaggio - trascinato via dalle onde - o con corpi in avanzatissimo stato di decomposizione, che rendono difficile l'accertamento delle cause del decesso; spesso riconducibile alla mancanza di cibo e di acqua dopo lunghe settimane in balia delle correnti del Mar del Giappone (o Mare Orientale per la Corea del Nord). Nel 2017 però, una di queste imbarcazione giunse fino al porto giapponese di Yurihonjo con otto uomini, per la prima volta sopravvissuti alla traversata. Dissero di essere "pescatori della Corea del Nord che si erano messi nei guai in mare". Tempo dopo, un caso analogo vide altri dieci uomini su un'imbarcazione simile - anch'essa, come le altre, apparteneva all'Esercito del Nord, coinvolto nel settore della pesca per conto del governo e proveniva dai medesimi lidi.

Alimentando voci sulle condizioni di vita proibitive cui è costretta la popolazione nordcoreana: che sarebbe disposta ad affrontare la morte in mare piuttosto che rimanere in patria.

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