È tornato il terrore in Europa. Non che fosse scomparso prima di oggi, ma sembrava che questi folli ci avessero dato una piccola tregua. Prima l'accoltellamento a Londra, sul London Bridge, poi l'accoltellamento a L'Aia, hanno fatto ripiombare il nostro continente nella paura. I fatti del Regno Unito e dell'Olanda hanno sicuramente fatto rivivere (e ricordare) in tutti noi gli spari al mercatino di Natale di Strasburgo dello scorso anno, l'auto che ha investito i pedoni sul Westminster Bridge nel 2017, il camion contro la folla a Berlino nel 2016 e tutti quegli altri attentati di matrice islamica che hanno segnato il nostro passato, presente e futuro. Perché è difficile dimenticare questo genere di violenza immotivata, queste persone che muoiono perché si trovano nel posto sbagliato al momento sbagliato. È impossibile non avere il sangue in gola quando un folle inizia ad accoltellare passanti a caso. Ma nonostante tutto, non dobbiamo avere paura. Loro non devono vincere.
Oggi a Londra sono morte due persone e una decina sono rimaste ferite. Il terrorista - che aveva legami con l'Isis, era già stato "condannato per reati di terrorismo" ed era in libertà con un braccialetto elettronico - è stato ucciso. A L'Aia- al momento - ci sono tre feriti (tre minorenni) e il criminale è in fuga. La polizia parla di un "uomo fra i 45 e 50 anni dalla carnagione leggermente scura". Lo stanno cercando. La morte ha portato via queste povere vittime innocenti, ma questo folle poteva chiudere gli occhi a ciascuno di noi.
Il vero nodo del discorso è che questo terrore non deve esserci. Questi criminali non devono essere liberi di ammazzare le persone. A Londra, il terrorista è già stato ricollegato all'Isis, a L'Aia non ancora. Ma che siano terroristi o meno, squilibrati o non, questi non devono essere liberi di ammazzare. Non devono essere liberi di decidere sulla nostra vita.
Ricorderemo questo venerdì come un venerdì di sangue per l'Europa. Un venerdì di paura, di terrore e di odio. Un venerdì che ha segnato la vita di tutti noi, ma soprattutto di tutte quelle persone che sono rimaste coinvolte nei due attentati. E adesso, che i vari governi, le figure politiche o i benpensanti stiano in silenzio, si riuniscano nel dolore e diano degli assassini a questi criminali conta poco o nulla.
Condannare serve, ma serve ancora di più prevenire. Bisogna evitare queste morti, questi massacri, queste follie, questo terrore immotivato. Bisogna evitare che un pazzo decida di uscire di casa con un coltello e ammazzare chiunque gli passi sotto tiro.
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