"Viviamo nell’insicurezza totale, soprattutto ad Aleppo e Damasco. Ci sono gruppi armati che attaccano, lanciano bombe sugli abitanti, si può morire a ogni ora". E' la drammatica testimonianza del vescovo di Aleppo, monsignor Antoine Audo. Intervistato da Qn lancia l’allarme per i cristiani siriani minacciati dall’Isis. "Questi gruppi fanatici hanno il progetto di cacciare via i cristiani. L’avanzata degli ultimi mesi verso Mosul e la piana di Ninive - sottolinea - ha gettato i siriani nell’angoscia". Anche ad Aleppo, "si vive nella paura di perdere la propria abitazione e tutto ciò che si ha da un momento all’altro. Non c’è modo di scampare alla loro furia violenta".
I raid Usa contro le roccaforti Isis anche in Siria? "Bombardare non è la soluzione, ma non si può nemmeno essere ostaggio di un piano internazionale segreto in cui si riforniscono di armi questi terroristi e si fomenta un volontà di destabilizzazione della regione. C’è un progetto politico dietro la loro avanzata che deve essere fermato". Il vescovo non sposa la linea delle bombe. Ma d'altro canto ammette lui stesso che bisogna fare qualcosa di concreto per fermare l'avanzata dei terroristi. Ed è difficile ipotizzare di fermarli con le buone maniere e gli appelli.
Intanto Barack Obama incontra i generali americani per pianificare l’assalto ai jihadisti in Iraq e in Siria. I caccia Usa hanno già iniziato le incursioni vicino a Bagdad, allargando l’area del mandato militare ricevuto, proprio come Obama aveva annunciato nel discorso alla nazione di mercoledì scorso. Il presidente, tra l'altro, ha ricevuto anche l'avallo repubblicano. Un passaggio politicamente molto importante. Lo speaker repubblicano alla Camera, John Boehner, ha parlato di scelta opportuna: "Non c’è motivo -ha aggiunto- di non fare quel che il presidente ci chiede".
"Colpiremo i santuari dell’Isis in Siria", ha detto ieri il capo del Pentagono, Chuck Hagel, in un’audizione al Senato. La novità più grossa, però, arriva dalle parole del capo di stato maggiore americano, il generale Martin Dempsey, che per la prima volta apre a un possibile intervento delle truppe di terra. Obama ha sempre negato un'ipotesi del genere, ma ora qualcosa potrebbe cambiare. "Se si renderà necessario lo raccomanderò al presidente", ha detto Dempsey, riferendosi a possibili "operazioni complesse" che le sole truppe di Bagdad o del governo regionale curdo non sarebbero in grado di portare avanti. La Casa Bianca frena subito, col portavoce Josh Earnest che parla di "scenari ipotetici". Ma se i raid aerei da soli non dovessero bastare?
In un filmato la nuova sfida dell'Isis
La replica dei jihadisti non si fa attendere. Attraverso un nuovo video affermano che uccideranno i soldati americani, se la Casa Bianca deciderà di mandarli in Siria e Iraq. Il filmato inizia con un gruppo di soldati americani che porta un commilitone ferito verso un blindato. Poi si vede Obama e la Casa Bianca di notte e in sottofondo le parole del presidente: "Le truppe americane non torneranno a combattere in Iraq". Lo schermo diventa nero, appare un militante che si prepara a uccidere degli uomini in ginocchio. E si vedono comparire le parole "
538em;">fiamme di guerra", accompagnate in basso dalla frase "la battaglia è appena cominciata". Come in un film o in una serie tv, alla fine si legge "Coming Soon". Lo spettacolo del terrore, quello vero, sta per arrivare. (Guarda il video).- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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