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Il voto anti-Ue non piace: Alta Corte allontana la Brexit

Per i giudici dovrà essere il parlamento ad esprimersi sull’avvio delle procedure formali per l’addio all'Unione Europea

Il voto anti-Ue non piace: Alta Corte allontana la Brexit

L’Alta Corte di Londra ha stabilito che il Parlamento britannico debba esprimersi sull’avvio o meno della procedura di uscita dalla Unione Europea. Questo significa che il governo del premier Theresa May non potrà presentare l’articolo 50 del Trattato di Lisbona, che avvia il divorzio di un Paese, senza il ’via liberà del Parlamento. E subito dopo la decisione dell'Alta Corte sui mercati cambia il vento: vira in territorio positivo Piazza Affari dopo le nuove notizie in merito alla Brexit, Mib a 16.512,39 punti a +0,23%, All-Share a 18.153,61 punti a +0,24%. Il verdetto dell'Alta Corte di fatto riapre i giochi sull'uscita della Gran Bretagna. Dopo il voto al referendum Londra ha subito un vero e proprio effetto domino con le dimissioni di Cameron e il nuovo incarico di primo ministro affidato alla May. E il nuovo premier ha da sempre affermato di voler avviare in tempi brevi le procedure per l'addio di Londra a Bruxelles senza passare da un voto parlamentare.

La nuova decisione della Corte sposta il braccio di ferro dentro la politica britannica ancora divisa dopo l'esito del referendum. E dunque non sono esclusi colpi di scena. Intanto il Il Governo britannico ha annunciato che presenterà appello contro la sentenza. La richiesta di un voto parlamentare era stata presentata da una gestrice di fondi, Gina Miller, e da altri che avevano messo in dubbio che tra le prerogative del Governo ci sia il potere di innescare l’articolo 50 del Trattato di Lisbona, senza un voto da parte dei deputati. Il Governo si era opposto alla richiesta e durante l’udienza del mese scorso aveva sottolineato che l’intento dei ricorrenti era quello di invalidare il voto popolare espresso con il referendum del 23 giugno scorso.

In quell’occasione i voti favorevoli alla Brexit sono prevalsi con il 52% contro il 48% dei ’Remainers’.

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