Wall Street è crollata e il presidente Donald Trump si scaglia contro una delle "istituzioni più importanti del paese" di cui lui stesso ha nominato il capo tempo fa
"La Federal Reserve è impazzita", con queste parole il presidente accusa la Banca Centrale americana che con i suoi tassi d'interesse troppo alti e la sua rigidità ha fatto registrare un giovedì nero alla borsa americana. Il presidente della Federal è Jerome Powell, che lo stesso Trump ha scelto. Un presidente degli Stati Uniti non aveva mai commentato ciò che la Banca Centrale fa, è una regola non scritta e un galateo che generalmente si rispetta a Washington ma Trump ha già dimostrato più volte di non attenersi alle regole. Che siano scritte o non scritte.
Quindi, dopo l'uragano Micheal che si è abbattuto sulla Florida, un altro uragano ma questa volta finanziario si è registrato a Wall Street: in questo giovedì nero Wall Street è crollato di 831 punti mentre il Nasdaq cede il 4%. La motivazione di questo crollo in realtà non sono soltanto i tassi di interesse al rialzo ma anche la Cina fa sapere Repubblica. Il rapporto Usa-Cina è in una situazione così grave come non si registrava dal 1972, basti andare un po' a ritroso (una settimana fa) e ascoltare il discorso che il vicepresidente Mike Pence Usa ha fatto durante l'intervento allo Hudson Institute. Lo stesso ha ribadito le cattive acque in cui versa la relazione di Stati Uniti e Cina.
Graham Allison, tra i più illustri storici in vita, ha paragonato il rapporto che intercorre tra Usa e Cina citando "la battaglia di Tucidide" e non nascondendo che un'altra Guerra del Peloponneso non sia del tutto impossibile: ovvero una guerra tra una
superpotenza in ascesa e un'altra in declino.Già ad agosto il presidente aveva dimostrato tutta la sua indignazione nei confronti della FR sempre per il rialzo dei tassi andando ad accusarla di voler far crollare il mercato con una condotta del genere.
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