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Zaki scrive dal carcere: "Sto bene, un giorno sarò libero"

Per la prima volta Patrick Zaki ha scritto alla sua famiglia dal carcere di Tora, dove si trova recluso da febbraio per reati di opinione in attesa di processo

Zaki scrive dal carcere: "Sto bene, un giorno sarò libero"

Dopo quattro mesi, la famiglia di Patrick George Zaki ha ricevuto notizie. Il ragazzo, attualmente recluso in una prigione di Tora con l'accusa, tra le altre, di propaganda sovversiva via Facebook, ha scritto una lettera che è stata recapitata ai suoi genitori. Il contenuto della missiva è stato condiviso sul profilo Facebook FreePatrick, dove vengono costantemente forniti aggiornamenti sul ragazzo.

"Persone care, sto bene e in buona salute, spero che anche voi siate sani e salvi. Famiglia, amici, amici del lavoro e dell'università di Bologna, mi mancate tanto, più di quanto possa esprimere in poche frasi. Spero che siate tutti in buona salute", si legge nella lettera, scritta in arabo. Tra le righe della missiva, Zaki ha espresso preoccupazione per la pandemia di coronavirus e auspica che nessuno dei suoi cari o dei suoi conoscenti abbia contratto il virus e sia in pericolo: "Spero che il coronavirus non abbia colpito i vostri cari". La lettera si conclude con un messaggio di Zaki: "Un giorno sarò libero e tornerò alla normalità, anche meglio di prima".

Le persone che gestiscono il profilo dal quale la lettera è stata resa pubblica affermano che la lettera è stata scritta lo scorso 21 giugno. I genitori del ragazzo l'hanno ricevuta quest'oggi e hanno fatto in modo che venisse divulgata tramite i social. Gli amministratori del profilo ipotizzano che dietro lo scarto temporale tra la spedizione e la ricezione possa esserci un controllo di sicurezza: "Ovviamente non ha detto tutto quello che avrebbe voluto, visto che queste lettere devono prima passare al vaglio della sicurezza". In ogni caso si dicono felici delle notizie ricevute da Zaki, che afferma di essere in buona salute.

Patrick George Zaki ha 27 anni ed è stato arrestato nella notte tra il 6 e il 7 febbraio 2020. Le autorità egiziane prorogano di volta in volta i termini della sua carcerazione, avvenuta per reati di opinione. Il ragazzo è uno studente dell'Università di Bologna, per questo motivo la sua storia ha ottenuto ampio eco mediatico nel nostro Paese. Pochi giorni fa, il ministro dell'Università Gaetano Manfredi ha dichiarato a breve riapriranno il dialogo, mai interrotto, con le autorità egiziane per ottenere tempi certi per le decisioni relative al futuro di Zaki.

L'obiettivo è quello di ottenere dalle autorità egiziane una data per il processo.

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