Il monito della Cei: salari e famiglia, fare presto

Il cardinale Bagnasco all'assemblea dei vescovi: intervenire a favore delle famiglie su fisco e casa. Sull'emergenza immigrazione propone un patto di cittadinanza: "Non sono tollerabili i ghetti per i clandestini". E guardando ai giovani: "La cultura nichilista anestetizza il loro spirito"

Il monito della Cei: salari e famiglia, fare presto

Roma - Un elogio agli italiani che hanno partecipato massicciamente al voto, la richiesta di un periodo di «operosa stabilità», la richiesta a fare presto nel rispondere ad alcune emergenze del Paese: dal problema dei rifiuti alla difesa del potere di acquisto, dal problema casa al fisco a misura di famiglia. Un no ai «ghetti non tollerabili» per gli immigrati, accompagnato dalla proposta di un «patto di cittadinanza» che metta in chiaro diritti e doveri per chi viene in Italia. C’è questo e anche molto altro nella prolusione che ieri pomeriggio il cardinale Angelo Bagnasco ha pronunciato aprendo i lavori della 58ª assemblea della Cei riunita a Roma.

Il punto focale dell’intervento del presidente dei vescovi è «l’emergenza educativa» che vive il Paese. I giovani «sono i primi bersagli della cultura nichilista che li invita, li incoraggia, li sospinge a coltivare soltanto le “passioni tristi”», una cultura che ha come esito finale quello di «una sorta di grande anestesia degli spiriti».

Bagnasco ha spiegato che «il problema dei giovani sono gli adulti», perché i primi cercano «l’autorevolezza dei testimoni e dei maestri»; «Lo stesso bullismo è anche segno di un vuoto dell’anima e un’implicita richiesta d’aiuto».

Il cardinale dedica parole forti all’«abilità suasiva dei media» che «lusinga e promette» e ai programmi televisivi di «vuoto-spinto» che colpiscono specialmente i giovani. La Tv diventa così un «territorio senza regole in cui trovano facile veicolazione anche modelli distorti di vita», e i media diffondono «illusioni, nonché il depistaggio rispetto a ciò che conta». A questo proposito, è citato il rischio che gli spazi della nuova offerta del digitale terrestre «diventino appannaggio delle industrie pornografiche».

Riflettendo sulla situazione sociale del Paese, Bagnasco ricorda che in occasione delle elezioni la Chiesa non si è schierata ma non si è «neppure ritirata», e auspica «una più forte responsabilità» nell’affronto dei grandi problemi, con risposte «sagge ma anche sollecite» nell’interesse del bene comune, tenendo conto del «fattore tempo» ed evitando lungaggini. La soluzione dell’emergenza rifiuti in Campania va risolta con l’intervento delle pubbliche autorità insieme alla «responsabile collaborazione delle popolazioni», mentre sono tante le attese sul «fronte degli stipendi e delle pensioni, per una difesa reale del potere d’acquisto». Bagnasco segnala poi «l’emergenza abitativa», un «fisco a misura di famiglia» e le «iniziative di sostegno alla maternità». Non è invece citato l’aborto, né i tagliandi o le revisioni della legge 194, il cui «mito» il settimanale Famiglia Cristiana invitava la settimana scorsa a far crollare. Il presidente della Cei sulla bioetica auspica «una complessiva cautela», plaudendo al fatto che questi temi siano stati trattati con «prudenza» in campagna elettorale.

Critiche dirette, invece, alle linee guida sulla legge 40 promulgate in extremis dal ministro Turco, che comportano «il rischio di promuovere una mentalità eugenetica inaccettabile» e rischiano di stravolgere il «punto di equilibrio» raggiunto dal Parlamento. «Particolarmente urgente» è poi l’impegno per eliminare le morti sul lavoro, passando dalle denunce «ai fatti concreti» con un invito diretto agli imprenditori. Sull’emergenza immigrazione, il presidente della Cei auspica un equilibrio tra esigenze e attese, nel rispetto delle persone, evitando «il formarsi di enclave» destinate a diventare «ghetti intollerabili». La proposta del cardinale è quella di «un patto di cittadinanza» che «mettendo in chiaro diritti e doveri, non cerchi scorciatoie illusorie». Bagnasco ricorda che l’identità del nostro popolo «non è sorta oggi» ma si è consolidata lungo i secoli e per questo «da una parte chiede rispetto, dall’altra rimane aperta e capace di incontrare altre culture». L’idea del «patto» sembra riecheggiare la positiva esperienza bolognese sotto la giunta Guazzaloca, quando l’assessore cattolico Salizzoni propose una sorta di carta dei diritti e dei doveri degli immigrati presa ad esempio in altri Paesi.

Per quanto riguarda la sicurezza, il presidente dei vescovi la definisce «esigenza incoercibile di persone e famiglie», riconoscendo che è molto avvertita e chiedendo «risposte calibrate ed efficaci». Ma sottolineando anche l’aspetto soggettivo del problema e il «senso dell’isolamento» vissuto da molti cittadini.

Infine è da citare il passaggio dedicato all’emergenza alimentare mondiale, «tsunami silenzioso» che sta mettendo a rischio la vita di almeno 100 milioni di persone.

E la puntualizzazione sul fatto che esprimere liberamente la propria fede, contribuire alla formazione degli orientamenti politico-legislativi, «accettando sempre le decisioni prese dalla maggioranza» non può mai essere scambiato per «una minaccia alla laicità dello Stato».

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