da Milano
La Chiesa «infangata e aggredita» con denunce strumentali. Monsignor Giuseppe Betori, segretario generale della Conferenza episcopale italiana, ieri a Loreto ha reagito a quelle accuse che dallItalia, con esposti presentati alla Commissione europea, sono rimbalzate fino a Bruxelles: «Qualcuno vuole buttare fango sulla Chiesa facendo credere che goda di privilegi fiscali - ha risposto il numero due della Cei - è assolutamente falso, in queste denunce cè una strumentalità che lascia esterrefatti».
Il presule, nella città mariana, stava presentando lAgorà dei Giovani, che oggi e domani farà incontrare Papa Benedetto XVI e i 400mila pellegrini attesi nella piana di Montorso: «Ci sentiamo aggrediti - ha detto - non riusciamo a capire come non venga percepito che la Chiesa svolge un servizio alla società. È molto strano che si vada ad invocare un tavolo in ambito concordatario - ha spiegato - quando è la legge ordinaria che prevede lesenzione per gli enti no-profit, e per alcuni specifici edifici utilizzati a livello assistenziale, culturale, sportivo, e non per fini commerciali». «Far pensare allUnione europea che la Caritas possa entrare in concorrenza sleale con ristoranti è veramente inaccettabile - ha rimarcato - se avessero ragione si dovrebbe dire che un circolo Arci è concorrenziale alla scuola di danza o che un centro sociale fa concorrenza a un circolo di biliardo».
Betori si è rivolto allarea politica da cui sono partite le denunce: «La sinistra si fa del male quando attacca la Chiesa sullIci, sia perché il problema riguarda pure attività sociali della sua stessa area, sia soprattutto perché si vogliono ostacolare soggetti che aiutano i più deboli nella società».
Proprio da sinistra i chiarimenti di Betori sono stati commentati molto polemicamente: «Ci dispiace - ha detto Roberto Villetti, capogruppo della Rosa nel Pugno - che la Cei consideri unaggressione la richiesta di verificare se vi sono, come crediamo, privilegi sullIci. Pagare le tasse è un dovere civile, a meno che Betori non voglia mettersi sullo stesso piano di Bossi».
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