Montagna fatale per don Enrico: muore in un dirupo

La montagna lo ha inghiottito senza dargli scampo. È bastato un attimo di distrazione, un piede appoggiato sulla roccia sbagliata e il prete ha perso l’equilibrio, cadendo nel vuoto. Un volo di oltre 150 metri, prima di schiantarsi lungo il canalone della Staffa, sotto la Bastionata.
Così è morto ieri don Enrico Fumagalli, 48 anni, parroco di Santa Corinna, frazione di Noviglio, in provincia di Milano. Aveva approfittato della bella giornata di sole per una gita sul Resegone, vetta che divide le province di Bergamo e Lecco. «Amava i monti - dicono in paese -. Una cosa logica per uno come lui, nato nella provincia di Lecco. Non appena aveva un attimo libero partiva per qualche escursione sulle Alpi». L’ultima, quella sul sentiero uno del Resegone, gli è costata la vita.
L’allarme al 118 di Lecco è arrivato intorno alle 13 e 30, quando un escursionista ha riferito di aver incrociato il prete sul cammino, ma di non averlo visto arrivare in cima. Sono stati attivati il soccorso alpino e l’elicottero di Como, ma è stato tutto inutile. È stato ritrovato, già morto, in fondo a un burrone da un elicottero del Soccorso alpino dopo due ore di ricerche.
A Noviglio la notizia è arrivata nel pomeriggio. Al sindaco e al maresciallo del paese è toccata la triste incombenza di recarsi all’ospedale di Lecco per riconoscere la salma. I fedeli invece si sono immediatamente radunati davanti alla parrocchia di Santo Spirito, dove Don Enrico avrebbe dovuto celebrare la funzione pomeridiana delle 17 e 30. «Era tornato appena ieri da un pellegrinaggio sul lago d’Orta - dice sconsolata una donna sui 60 anni -. Chi glielo ha fatto fare di andare da solo in montagna? Di solito andava con padre Giorgio. Ma stavolta era solo. Che disgrazia...».
Tanti i giovani accorsi in chiesa per omaggiare don Enrico presenziando alla messa celebrata da don Paolo. Bimbi e ragazzi in lacrime per la scomparsa di un amico, oltre che di una guida spirituale. «Aveva un rapporto speciale con loro - spiega il vicesindaco di Noviglio, Nadia Verduci -. Gli piaceva scherzare con i più piccoli, era una persona spiritosa, socievole, oltre che buona come il pane».
Tra i parrocchiani c’è chi lo ricorda per la sua simpatia, oltre che per il suo impegno da sacerdote, che durava da circa 10 anni a Noviglio. «Proprio domenica sera - racconta singhiozzando la signora Graziella, direttrice della pro loco del paese - era venuto a cena a casa mia. E poi c’era la partita, il derby. Lo abbiamo visto in tv insieme e lui, da tifoso sfegatato dell’Inter, era così contento per la vittoria. Aveva persino mandato un sms di sfottò al cardinale, che invece è milanista. Chi può credere che sia stata l’ultima volta che l’ho visto?». Franco quasi non ci crede. «Era un uomo di fede vera. Si interrogava sempre sui problemi spirituali e cercava di dare conforto a chiunque avesse un dubbio.

E se ne è andato così presto e all’improvviso, senza neanche dedicarci un’ultima predica».
La data dei funerali non è stata ancora fissata. Di certo c’è invece che il Comune celebrerà oggi un giorno di lutto cittadino.

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