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Montagnier: dovranno vaccinarsi anche i giovani

Con l’arrivo dell’inverno l’influenza A diventerà più pericolosa. Il premio Nobel raccomanda: "I ragazzi prendono meno precauzioni. E così diventano più esposti al virus di vecchi e bambini"

Montagnier: dovranno vaccinarsi anche i giovani

È giunto il momento di guardare in faccia la realtà: la «Nuova influenza la AH1N1 è salita di livello e la pandemia è ormai conclamata: la malattia si trasmette tra gli uomini ed è presente nella maggior parte dei paesi del mondo. Con l’arrivo dei primi freddi le misure adottate fino ad ora per evitare il contagio non saranno più sufficienti. Nell’attesa del vaccino è importante già da ora preparare seriamente il nostro sistema immunitario, sapendo che al momento opportuno, nessuno dovrà evitare la vaccinazione». Per il Nobel della medicina Luc Montagnier «La probabilità che il virus muti in una forma ancora più perniciosa è nelle mani di chi non applica la prevenzione, ma soprattutto di chi non si vaccinerà, in particolare modo i giovani».
Una grossa responsabilità… 
«Le nuove generazioni devono diventare consapevoli delle proprie azioni aumentando l’attenzione verso il vaccino che fino ad ora si è rivelato il migliore baluardo contro la pandemia. E sono proprio i giovani che hanno spesso disertato in massa le vaccinazioni a non avere il sistema immunitario pronto a difendersi dall’attacco di un nuovo virus».
Evitano perché si è sempre parlato di priorità a bambini e anziani.
«È un gravissimo errore, perché non essendo protetti dal vaccino rischiano di ammalarsi in seguito a una reazione anomala del sistema immunitario detta "tempesta di citochine", le sostanze normalmente prodotte dal nostro organismo e responsabili della risposta immunitaria. Chi si trova a contatto con virus del tutto nuovi, pur essendo giovane e forte può avere un rilascio di citochine sproporzionato, che provoca un'eccessiva reazione immunitaria che altera i tessuti coinvolti, in questo caso i polmoni. Con il vaccino diminuirà il rischio di contrarre il virus e per conseguenza il contagio e la possibilità di una sua eventuale trasformazione».
Si potrebbe perdere il controllo della situazione? 
«I virus sono caratterizzati da un’alta variabilità genetica che permette loro di sfuggire al riconoscimento delle difese immunitarie. Essi mutano, perché il loro ciclo vitale prevede l’inserimento del proprio Dna nel Dna dell’ospite. In questo processo può capitare che, nella "produzione" di copie di virus vengano create copie con frammenti di Dna ospite. Questo processo conferisce ai nuovi virus diverse proprietà, rendendoli molto virulenti e aggressivi e aumentandone la velocità di moltiplicazione. Per il momento tutti i casi registrati riguardano persone con problemi di immunità o altamente esposte da fattori come: età, obesità, problemi cardiovascolari e diabete. Bisogna essere vigilanti e sperare che la vaccinazione arrivi in tempo per bloccare la diffusione del virus».
Lei come previene il contagio?
«Soprattutto assumo regolarmente papaia fermentata e da più di 15 anni non prendo l’influenza. Tengo a precisare che mi riferisco esclusivamente a un preparato ottenuto da Fpp (Preparazione a base di Papaya Fermentata) in Italia conosciuto come Immun’Age, costituito da un pool di sostanze naturali ricavate dalla papaia fermentata, completamente diverse dalla papaia frutto, che aiutano a controllare i radicali liberi e offrono nuovi stimoli alle naturali difese del sistema immunitario. Credo che in questo momento nessun mezzo di lotta debba essere trascurato, accanto ai medicinali specifici o ai vaccini un prodotto come la papaia fermentata può avere un posto importante preventivamente o all'inizio dell'infezione».
Quanta bisogna assumerne?
«Per la prevenzione sono sufficienti due bustine al giorno per quindici giorni, per poi scendere a una per almeno tre mesi. Se invece l’influenza è già stata clinicamente diagnosticata deve essere il completamento della terapia prescritta: tre bustine al giorno per tutta la durata dell'infezione e almeno nei quindici giorni successivi. E anche chi sarà colpito reagirà come a una normalissima influenza».
Con la papaia possiamo sperare di non ammalarci?
«Sicuramente. Sempre che vengano adottare le giuste precauzioni già da ora. Ci sono altri prodotti naturali efficaci da assumere all’inizio dell’influenza. Nei casi più gravi consiglio, sempre di associare alla papaia fermentata il glutatione un potente antiossidante prodotto dall’organismo (ultrathione). Un altro prodotto simile alla papaia è il Misatol estratto da un frutto giapponese per il quale recenti studi scientifici hanno messo in evidenza proprietà immunopotenzianti.

Queste attenzioni donano al nostro organismo la capacità antiossidante che protegge le cellule e distrugge i radicali liberi: sono le task-force del sistema immunitario che ci permetteranno di affrontare la pandemia».

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