da Milano
Cè anche Siena nel capitale di Mediobanca. La Fondazione Montepaschi è entrata con l1,9% in Piazzetta Cuccia. E in questo modo si è chiuso il cerchio dei rapporti sempre più stretti nati in questi ultimi mesi tra Siena e Milano.
Il primo segnale risale al dicembre scorso, quando la banca Mps ha ceduto a Mediobanca (a termine, nel 2010) l1,6% di Generali, mantenendo però i diritti di voto. Lultimo è arrivato la scorsa settimana, quando la banca senese ha annunciato lacquisto di Antonveneta e dunque la nascita del terzo polo bancario nazionale. Operazione effettuata con gli spagnoli del Santander, già soci in Piazzetta Cuccia, fatta in «piena amicizia» con Mediobanca e con il suo presidente, Cesare Geronzi, e infine suggellata dallincarico di advisor che Mps ha affidato alla banca daffari milanese. Ecco allora che la notizia dellingresso dellEnte, che controlla con il 58% listituto senese, ha accresciuto questo senso di «nuova vicinanza» tra Mps e Mediobanca.
Lingresso della Fondazione è stato ieri considerato «unoperazione amichevole» da fonti vicine allistituto. Mentre Gabriello Mancini, presidente della Fondazione, ha parlato di «opportunità destinata ad essere un investimento strategico patrimoniale, contando sulla redditività». E che potrebbe anche aumentare di entità. Mancini ha poi ribadito che la Fondazione sosterrà fino in fondo loperazione Antonveneta, e dunque parteciperà allaumento di capitale da 5 miliardi di Mps. Anche se non è esclusa una diluizione dallattuale 58% del capitale. Una diluizione in ogni caso «non sostanziale». Vale a dire che la Fondazione resterà al 51%.
Da ieri il posizionamento di Siena nello scacchiere milanese assume anche altri significati. Primo fra tutti quello di un rafforzamento dei soci italiani fuori dal patto di sindacato, pronti a formare un futuro cordone di sicurezza in vista dello scioglimento del patto del 2009. All1,9% dellEnte senese si aggiungono la Fondazione bolognese Carisbo con il 2,2%, limmobiliarista Zunino con il 3% e Romain Zaleski, appena salito al 2,2%. Inoltre sia Fininvest, sia Benetton (candidati a entrare nel patto) avrebbero già l1% a testa. Ma non è tutto: oltre a un generico rafforzamento dei soci italiani, allinterno dello schieramento le singole posizioni si bilanciano rispetto ai poteri forti che si confrontano intorno a Mediobanca. Non è un caso che lingresso di Mps in sintonia con Geronzi arrivi a pochi giorni dallentrata di Zaleski, finanziere vicino al presidente di Intesa, Giovanni Bazoli.
Per Mediobanca il prossimo passaggio sarà quello della distribuzione, allinterno dellaccordo sindacato, del 9,3% di Unicredit messo in vendita, in seguito alla quale arriveranno altri soci, ma senza modificare lattuale ripartizione del capitale.
Il titolo Mps ha chiuso la giornata con un rialzo del 3,6% a 3,75 euro e Mediobanca del 2,6%% a quota 16,47.
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