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Montenegro: l'ex premier vuole un risarcimento dall'Italia

Sostiene di aver subito un enorme danno politico dall'accusa infondata di contrabbando di sigarette

L'ex premier montenegrino, Milo Djukanovic, ha annunciato l'intenzione di chiedere alla giustizia italiana un risarcimento per tutti i danni subiti con le accuse di contrabbando di sigarette, alle quali ha dovuto far fronte per anni.
In una intervista alla radiotelevisione della Republika Srpska (Rs, entità della Bosnia-Erzegovina a maggioranza serba) Djukanovic ha detto che è vero che l'inchiesta a suo carico è stata archiviata dalla Procura di Bari, ma ha ha osservato di non essere d'accordo con la motivazione addotta dai giudici italiani, che hanno fatto valere la sua immunità diplomatica.
«In tal modo i giudici hanno cercato di uscire dal vicolo chiuso giudiziario. Dopo dieci anni di indagini infatti è difficile fare marcia indietro e dire: abbiamo sbagliato. È molto più facile appoggiarsi sull'immunità», ha detto l'ex premier, che ha accusato al tempo stesso «certi circoli di Belgrado» responsabili anch'essi, a suo avviso, di aver tirato in ballo «le storie» sul contrabbando di sigarette e sul fatto che lui sarebbe uno dei politici più ricchi del mondo.
Sulle accuse ingiuste di contrabbando di sigarette, ha affermato Djukanovic, sarà messo il punto finale, ma è suo diritto essere ripagato con un adeguato risarcimento per l'enorme danno politico che ha subito.
Milo Djukanovic (49 anni) si era dimesso il 21 dicembre scorso dopo aver guidato il governo montenegrino a più riprese negli ultimi vent'anni.

Nel maggio 2009 la Procura di Bari aveva archiviato l'inchiesta a suo carico per associazione mafiosa finalizzata al traffico internazionale di sigarette, attività illecita che sarebbe andata avanti dal 1994 al 2002 fra Montenegro, Italia e resto d'Europa, con il riciclaggio di milioni di euro in Svizzera, a Cipro e in altri paradisi fiscali.

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