Gian Battista Bozzo
da Roma
Una dura critica allattivismo degli enti locali nelleconomia «dove la presenza del pubblico, anziché ridursi, continua a crescere». E un attacco ai «localismi che mettono in discussione opere importanti come lAlta velocità fra Torino e Lione». Luca di Montezemolo approfitta di una giornata milanese fitta dimpegni - da Eurorailspeed 2005 allassemblea di Federvarie - per togliersi qualche sassolino dalle scarpe. In particolare nei confronti di quegli enti locali che «impegnano risorse consistenti per operazioni discutibili». Un riferimento del tutto evidente alla Provincia di Milano e alloperazione Serravalle.
Il ritorno alleconomia di Stato, il riaffacciarsi del modello Iri, è stato spesso denunciato dal presidente della Confindustria. Stavolta, Montezemolo punta sullattivismo sospetto delle autonomie locali. «Invece di dismettere partecipazioni azionarie - dice - gli enti locali ne acquistano altre; invece di procurare un beneficio alle casse pubbliche con le privatizzazioni, impegnano risorse consistenti per operazioni discutibili e qualcuno arriva a sostenere - aggiunge, riferendosi evidentemente al presidente ds della Provincia di Milano Filippo Penati - che comprare azioni è un buon investimento per gli enti locali».
Più in generale, Montezemolo lamenta laccresciuta presenza pubblica - dello Stato e delle autonomie locali - nelleconomia italiana. Il ritorno alla mano pubblica è «singolare, antistorico, sicuramente non utile». «Regioni presenti nei consigli damministrazione di alcune grandi banche, Province che acquistano a debito la maggioranza di autostrade, Consigli comunali che votano mozioni per impedire la privatizzazione di aeroporti, Comuni pronti a comprare alla prima occasione utile pacchetti di aziende»: tutto questo, spiega il presidente degli industriali, accade anche grazie a uninterpretazione sbagliata del federalismo che, invece di arginare il potere centrale, ha rinvigorito il potere locale in campi impropri, tanto che si assiste al fiorire di tante «piccole Iri» in tutta Italia, allombra della politica.
Le elezioni si avvicinano, con un «bilancio deludente a causa dellaccresciuta presenza pubblica nelleconomia», osserva Montezemolo. «I monopoli locali e linterferenza politica nellattività economica - accusa - ostacolano il libero andamento del mercato, e pertanto la crescita del Paese. Al posto di uno Stato invadente, abbiamo venti Regioni invadenti, cento e passa Province invadenti, e oltre 8mila Comuni che pretendono di gestire aziende e di fare i finanzieri. Politica e affari - aggiunge - devono stare distanti, a Roma come in periferia».
Al riconsolidarsi della presenza pubblica nelleconomia fa riscontro lopposizione, a livello locale, alle opere necessarie a modernizzare il Paese. Montezemolo parla del caso Torino-Lione al congresso mondiale dellAlta velocità. «Nel momento in cui un progetto importante come questo ha avuto tutte le approvazioni, non può essere messo in discussione da localismi, e da ragioni che niente hanno a che fare con limportanza dellopera», afferma, aggiungendo che «non stiamo dando un bellesempio». Per le reti stradali passa ancora il 72 per cento dei beni e come presidente della Fiat, dice ancora Montezemolo, «dovrei esserne contento. Ma non è così: lAlta velocità favorisce leconomia e il settore delle infrastrutture, è unopera che va assolutamente fatta».
Al presidente della Confindustria, fa eco il ministro Pietro Lunardi: «Le fiaccolate non ci impressionano. Si tratta di un progetto che è stato voluto da tutti i governi dal 1980, e non abbiamo perciò bisogno di accordi bipartisan per andare avanti».
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