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Monti riunisce il governo: si lavora alla "fase due" Ecco le manovre del 2012

Il Cdm servirà solo a dare l’immagine di un esecutivo impegnato anche durante la pausa natalizia: Monti si limiterà a illustrare le misure su cui lavorare nel 2012

Monti riunisce il governo: si lavora alla "fase due" Ecco le manovre del 2012

Nessun provvedimento concreto. Il premier Mario Monti si limiterà a illustrare, in modo dettagliato, le misure su cui lavorare nei prossimi mesi. Insomma, durante il consiglio dei ministri convocato per oggi pomeriggio non dovrebbero esserci grossi colpi di scena: all’ordine del giorno pochi provvedimenti amministrativi e poi le indicazioni del Professore sulla road map della "fase due" per il rilancio della crescita.

Il Cdm servirà solo a dare l’immagine di un esecutivo impegnato anche durante la pausa natalizia. "Non possiamo commettere passi falsi - spiega un membro del governo - né sottrarci al confronto con parti sociali e partiti". Monti parlerà direttamente agli italiani giovedì sfruttando l’abituale conferenza stampa di fine anno. Sarà in quell'occasione che illustrerà i provvedimenti in cantiere ribadendo la delicatezza del momento economico proprio mentre lo spread tra i Btp e i Bund è arrivato a superare la soglia dei 520 punti base. Nonostante la volatilità del differenziale, il governo intende proseguire senza colpi di teatro ma con un lavoro approfondito che occuperà il primo trimestre del 2012. "Le misure per lo sviluppo arriveranno a pacchetti", ha spiegato già due settimane fa il ministro agli Affari europei Enzo Moavero. "E' chiaro - spiega un ministro - che c’è preoccupazione, ma anche la consapevolezza che stiamo facendo di tutto per invertire il trend". Ad ogni modo le misure dovrebbero essere varate entro 90 giorni. Questa l'intenzione di Monti. Si parte con le liberalizzazioni (la riforma sarà "spacchettata" in più tappe) e il rilancio del project financing per far ripartire le opere pubbliche. Poi toccherà al mercato del lavoro (con la riforma degli ammortizzatori) e alla delega fiscale. "La recessione incombe e solo facendo ripartire la crescita - è il ragionamento che Monti svolge ormai da tempo - si potrà rendere sostenibile il consolidamento fiscale per il quale sono stati chiesti sacrifici agli italiani". Secondo il Professore, infatti, solo in questo modo i mercati torneranno a considerare sostenibile anche il debito pubblico italiano, in vista delle aste da brivido dei primi mesi dell’anno.

L'azione dell’esecutivo rischia di essere fortemente osteggiata dalle fibrillazioni dei partiti che, fino ad ora, lo hanno sostenuto. A partire dal Pdl che ieri era tornato all’attacco con Maurizio Gasparri che aveva denunciato "l’iperattivismo dannoso" di alcuni ministri. C’è chi, pensando anche alle valutazioni che verranno fatte in termini di riforma della legge elettorale, teme una spaccatura del partito con la nascita di un nuovo contenitore dei moderati, magari guidato dall’attuale responsabile delo Sviluppo Corrado Passera. Gasparri avvertiva poi che sulle liberalizzazioni il Pdl è disponibile a "colpi di mano unilaterali che accentuerebbero le tensioni sociali e non faciliterebbero la vita del governo". Duro anche Guido Crosetto: "Il problema di Monti è in parte lo stesso di Tremonti. Ai professori, ai burocrati dell’economia ed agli intellettuali puri che danno consigli sui quotidiani sfugge la realtà del Paese. Le medicine e le cure non sono uguali per tutti i pazienti. Un rigore tedesco o svizzero applicato all’Italia rischia di diventare mortale".

Il Pd si sta, invece, confrontando sul tema delle pensioni e sull’articolo 18. Non solo. In via del Nazareno si insiste affinché ci sia al più presto l’asta per le frequenze digitali da assegnare. "L’intenzione dell’esecutivo - riferiscono fonti parlamentari - è fissare il termine del 30 giugno". Ma si ragiona anche sulla possibilità di tassare anche gli attuali concessionari per l’utilizzo delle frequenze già assegnate.

Il tema "caldo" resta, comunque, quello delle liberalizzazioni.

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