Montino spalma i nuovi debiti in trent’anni

Indebitati fino al collo. Non soltanto i 5 milioni e mezzo di cittadini che popolano oggi il Lazio ma pure le generazioni che verranno. Figli e nipoti. Già perché l’attuale esecutivo in sede di Finanziaria regionale ha accordato il via libera all’accensione di nuovi prestiti e nuovi mutui con scadenze trentennali. E non stiamo parlando di un’inezia. La Finanziaria parte subito con 2,7 miliardi euro di nuovi debiti per favorire qualche investimento cui ne potranno essere sommati altrettanti in fase di assestamento di bilancio. Anche in questo caso, come in parecchie altre stipule, sono vincolati a 30 anni. Naturalmente questi fondi eccezionali saranno impegnati per investimenti extra: da decidere quali in corso d’opera. Il resto dell’impianto esplicitato invece si muove su necessità tecniche. Le solite spese di gestione per mantenere in piedi la pingue macchina regionale: bollette telefoniche, materiali di consumo, gettoni di presenza ai consiglieri, indennità, stipendi, attività di governo, consulenze, campagne di comunicazione e promozione - che non mancano mai-. In pratica il testo, che a sentire la giunta avrebbe riprodotto solo un elaborato tecnico, va a vincolare invece anche tutte quelle azioni e quegli impegni di spesa del futuro più prossimo. Almeno per il prossimo anno. Premesse che danno per scontato che proprio un elaborato tecnico non è. Sembra piuttosto un’accozzaglia di propositi più o meno modesti. «Rispecchia perfettamente i cinque anni di governo in capo al centrosinistra - punta il dito l’europarlamentare Alfredo Pallone, vicecoordinatore del PdL nel Lazio - . Quello che ha fatto Marrazzo è proseguito con Montino che parla di bilancio in pareggio e finanziaria tecnica quando sono stati dimenticati dal testo di legge tanti capitoli di spesa necessari al comparto sociale. Come gli aiuti ai più bisognosi e il sostegno alle famiglie con anziani e disabili a carico. Piuttosto non sono stati trascurati i capitoli che riguardano gli anticipi di cassa per fare clientele tipicamente elettorali. Clientele sulle spalle dei cittadini che subiscono tagli ai servizi anche a quelli primari contro una tassazione sempre aspra per coprire un debito sanitario che scantona ogni controllo e ogni manovra strutturale per il ripiano del debito». Infatti solo tagli sostanziosi hanno consentito che nella Finanziaria 2010 venisse coperto un debito abnorme che oltrepassava i 3 miliardi di euro. Ossia 1,7 per il 2008 e 1,4 per il 2009. Bilanci di Asl, ospedali e policlinici a parte ovviamente visto che, a oggi, la Regione non ha ancora approvato i rendiconti delle aziende sanitarie riferiti al 2008. In questa circostanza a dir poco antipatica è veramente curioso che solo qualche giorno fa il reggente Esterino Montino aveva rassicurato sulla totale copertura del debito regionale. Copertura sì a fine corsa, ma sempre e comunque sulle spalle dei contribuenti. Nel documento infatti sbirciando qua e là compaiono anche tagli consistenti.
Ecco qualche esempio: tagli ai budget delle Asl (meno 188milioni); agli obiettivi prioritari del Servizio sanitario regionale (1,2); abbattimento liste d’attesa (3 milioni); centro trapianti (1 milione).

Altre riduzioni ai progetti di assistenza sanitaria (8,8 milioni), alla realizzazione della Casa della salute della donna e del bambino (4 milioni) e non ultimo all’edilizia sanitaria alla quale si stornano 81 milioni di euro. In compenso però la Regione finanzia la ristrutturazione della sede dell’Agenzia sanità pubblica Laziosanità con 400mila euro.

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