La bufera del Popolo della libertà che ha spazzato l'Italia passa sopra i monti di Montoggio, si fa brezza, sfiora appena, è il caso di dire, la valle, le case, le famiglie, i montoggin. Un venticello sufficiente a dare una svolta epocale al paese considerato uno dei tradizionali feudi del centrosinistra. Un modesto 0,2 per cento in più, alle politiche di domenica e lunedì, per lo schieramento di Silvio Berlusconi e Montoggio si sveglia di centro destra. Ma per il rinnovo del sindaco e del consiglio comunale è tutt'altra storia, tradizione. Con 11 voti di maggioranza viene confermato il sindaco uscente Valter Raineri («Uniti per Montoggio») e la sua squadra che racchiude tutte le anime del centro sinistra, dal Partito democratico del primo cittadino a Rifondazione comunista (ora Sinistra arcobaleno) del vice sindaco Nino Teso.
Un voto al cardiopalma, visto che nella prima delle due sezioni alle quali sono stati chiamati a votare gli elettori lo sfidante Sergio Rossi, con la sua lista «Proviamo a Cambiare», risultava in vantaggio di un voto con 349 preferenze contro le 348 del sindaco uscente. Una speranza che si conclude con un niente di fatto quando si diffondono i dati complessivi. Dei 1309 voti validi, 649 vanno a Rossi e 660 a Raineri (88 le schede bianche e nulle).
Soddisfatto il coordinatore provinciale di Forza Italia, Giovanni Boitano, che ha fatto il tifo per Rossi («La sua era una lista indipendente appoggiata però da tutto il centrodestra») per il risultato: «Per la prima volta nella storia di Montoggio, uno dei comuni più rossi della Liguria, l'amministrazione di sinistra ha rischiato seriamente di perdere. Si tratta di un segnale da non sottovalutare».
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