Moratti candidata, spazio alle «colombe»

«I finiani qui non hanno voti». Ma la parola d’ordine nel quartier generale del Pdl è ricucire. La partita di Milano diventa decisiva per Silvio Berlusconi e per il destino del Pdl, soprattutto se a primavera non si voterà per un nuovo governo. «Qui - assicura un colonnello - si deciderà il futuro di Berlusconi. Qui dovrà dimostrare di essere ancora forte». Ecco perché sono in molti a pensare che il suo impegno nella campagna elettorale sarà ben più massiccio del solito. Ribaltando sondaggi che vedono il Pdl in calo, ma che registrano anche un altissimo numero di incerti. I sondaggi sul nome di Letizia Moratti, invece, sono in ascesa. Ormai da tempo. Fissando un trend positivo considerato stabile. E così Berlusconi, dopo l’incontro di lunedì con il sindaco e Alessandra Ghisleri, sarebbe pronto a dare il via libera alla candidatura. Ecco perché la Moratti in queste ore lavora all’allargamento della coalizione. Stretto un patto di ferro con il leghista Matteo Salvini che le porterà i voti del Carroccio dati in fortissima ascesa, intensificati i contatti con l’Udc, lavora a Palazzo Marino per non escludere i finiani dalla corsa. Difende dagli strali di un più che irritato Ignazio La Russa l’assessore Landi di Chiavenna e il presidente del consiglio comunale Manfredi Palmeri convinta che potrebbero essere proprio i voti di Udc e Fli a decidere, magari al primo turno, la sua corsa a sindaco. Una somma che potrebbe arrivare solo al 7-8 per cento (ovviamente senza la candidatura di Gabriele Albertini). Ma col rischio di diventare l’ago della bilancia. Portando magari la Moratti al ballottaggio e potendo così trattare assessorati in cambio di un’alleanza finale.
Giusto tentare l’accordo con i «futuristi», ripetono i vertici del Pdl, «ma non è giusto concedere loro tutto. Non possono dare tutto per scontato». Certo, molto dipenderà dallo scenario nazionale. Dovesse saldarsi un patto a Roma tra Fini e Berlusconi, Milano non potrà far altro che adeguarsi. Di alleanza impossibile parla, invece, il deputato dell’Api di Rutelli Bruno Tabacci. «A Milano mi sembra che Fini possa fare liste con chiunque tranne che con Berlusconi». Ma i «futuristi» nonostante la corte a sinistra ribadiscono l’intenzione di restare nel centrodestra. Ma, sottolinea il coordinatore regionale Giuseppe Valditara, a tre condizioni: riconoscimento pieno di Fli, piena accettazione a livello nazionale e disponibilità ad accogliere alcune proposte nel programma. «Noi non abbiamo difficoltà a continuare la collaborazione - dice -, ma se non accettano evidentemente prenderemo altre strade». Un ricatto. Con in ballo la rielezione della Moratti e una vittoria del centrodestra che rafforzerebbe Berlusconi. Un ricatto.

Su cui la politica milanese si dividerà. Mentre La Russa chiede agli assessori di candidarsi. Un sacrificio per risollevare le percentuali del Pdl. E per pesare i voti in un panorama politico ormai stravolto e a cui serve una nuova mappa del potere.

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