Moratti e prefetto ci ripensano: no alla sede di Forza Nuova

Tutto tranquillo fino a piazza Fontana quando qualcuno, evidentemente insoddisfatto del pacifico andamento del corteo, ha buttato un bengala su un’auto in sosta. Subito sono accorsi gli agenti che hanno inondato la vettura di schiumogeni, evitando andasse in cenere. Resta questo alla fine l’incidente più «serio» della manifestazione in ricordo della strage alla Banca dell’Agricoltura. Al netto delle solite scritte deliranti cui sono stati imbrattati le case di via Majno. Anche se gli autonomi annunciano che oggi saranno ancora in piazza Fontana a contestare il sindaco Moratti.
Anche la seconda giornata di manifestazioni si è dunque conclusa, come del resto quella di venerdì, senza i soliti tafferugli che hanno contraddistinto le ultime uscite dei centri sociali. Del resto la manifestazione era organizzata dalla rete «partigiani in ogni quartiere» ai quali gli estremisti erano stati invitati in qualità di ospiti. Anche se da qui a Natale sono previsti altri presidi e altri cortei e quindi sono ancora possibili tensioni e incidenti. In particolare oggi pomeriggio quando il sindaco Letizia Moratti interverrà in piazza Fontana alla manifestazione in ricordi dei 17 morti dell’attentato del 12 dicembre 1969.
Ieri i dimostranti si sono concentrata in porta Venezia, a non più di 200 dai civici 19/22 di corso Buenos Aires dove, in un seminterrato del Comune, avrebbe dovuto trovare posto la seconda sede milanese di Forza nuova. Il timore che il corteo puntasse diritto sull’obiettivo era forte, tanto che un paio di blindati della polizia presidiavano la strada fin dal mattino.
Poi pochi minuti dopo le 15.30, il corteo, tra i 1.500 e le 2.000 persone, si è messo in moto imboccando viale Majno. In testa il circolo anarchico di Ponte della Ghisolfa a cui appartenevano sia Pietro Valpreda, accusato di aver piazzato la bomba nella banca e poi assolto, e Giuseppe Pinelli, morto durante un interrogatorio in questura. Dietro l’Anpi e i partiti della sinistra radicale, come Rifondazione comunista e Sinistra ecologia e libertà, in fondo centri sociali e collettivi studenteschi. Che si sono subito dati da fare, imbrattando gli edifici incontrati nel loro cammino con i soli insulti contro il vice sindaco Riccardo De Corato e minacce nei confronti dei «fascisti». Ma si sono distinti anche con slogan del tipo «Il maresciallo Tito ce l’ha insegnato, buttarli nelle foibe non è reato».
Alle 17 l’ingresso in piazza Fontana e mentre la testa del corteo si sistemava davanti alla Banca per gli interventi, un bengala è stato buttato sopra una Fiat 500 in via Larga. Le parti in plastica hanno preso fuoco ma prima che l’incendio mandasse arrosto l’utilitaria, alcuni agenti erano intervenuti con gli estintori in dotazioni nelle volanti e avevano circoscritto i danni. In piazza poi molto applaudite le parole di Cladia Pinelli, figlia di Giuseppe, ma l’entusiasmo è poi salito alle stelle quando è stato annunciato che il Comune aveva annullato l’affitto con Forza nuova.
Alle 18 era tutto finito, ma è ancora presto per tirare un sospiro di sollievo. Le commemorazioni per il 12 dicembre proseguono anche oggi alle 16.

30, con una cerimonia a cui parteciperà anche il sindaco Letizia Moratti, e i centri sociali annunciano contestazioni. Sparando accuse anche contro l’Associazione dei partigiani che avrebbe chiesto alla questura di tenerli fuori dalla piazza.

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